Donne violente. L’aggressione violenta di una donna ad un uomo che non reagisce restando inerte e remissivo è “lite in famiglia”.

La gelosia è incontenibile: si infuria, urla, rifiuta di restituirgli il cellulare, lo aggredisce, lo graffia… la sfuriata è particolarmente violenta ed allarma i vicini che…
doppio standard. Per il cronista, ed anche per gli agenti intervenuti, l’aggressione violenta di una donna ad un uomo che non reagisce restando inerte e remissivo è “lite in famiglia”.
I fatti. Una moglie sospettosa spia il cellulare del marito e trova conferma ai suoi dubbi: messaggi ricevuti da un’altra donna. La gelosia è incontenibile: si infuria, urla, rifiuta di restituirgli il cellulare, lo aggredisce, lo graffia … la sfuriata è particolarmente violenta ed allarma i vicini che chiamano la polizia. Gli agenti intervengono e trovano “uno scenario alquanto inaspettato per i poliziotti: la donna infuriata aveva ancora in mano il telefonino del marito. L’uomo invece, con atteggiamento dimesso, restava sostanzialmente in silenzio, quasi timoroso di reagire anche verbalmente alla veemenza della moglie. Si presentava arrossato in viso e con diversi graffi sul collo”. A ruoli invertiti, quando è la donna a mostrare evidenti segni della violenza subita abbiamo letto più volte “brutale aggressione”, persino “tentativo di strangolamento”; quando invece il ferito è lui diventa “lite in famiglia” anche se non c’è reciprocità nella violenza che l’uomo subisce. Gli agenti, dice l’articolo “dopo essersi accertati che non fosse accaduto nulla di grave” se ne vanno. Non scatta la denuncia in flagranza di reato, l’allontanamento della persona violenta, le misure cautelari. In fondo la vittima di violenza è un uomo, quindi non è successo nulla di grave.
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