Donne violente. Relazione finita, lei non ci sta e prende a calci la porta dell’abitazione dell’ex compagno.

per gli uomini non esiste un 1522 da pubblicizzare ovunque, non esiste una rete di CAV finanziata con fondi pubblici, non esistono case di fuga, non esistono centri per la rieducazione di donne violente.
Non accetta la fine della relazione, quindi diventa aggressiva e violenta. Una donna va a casa dell’ex compagno, vuole entrare ma lui non ha intenzione di incontrarla e non le apre, allora lei prova ad entrare sfondando la porta a calci.
I vicini, allarmati dal trambusto, chiamano la polizia ma gli agenti intervenuti devono fare i conti con l’aggressività della donna: rifiuta di fornire le generalità, lancia ciò che ha a portata di mano, insulta gli agenti e li prende a calci. Dice l’articolo: “denunciata all’Autorità Giudiziaria per rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale e per resistenza a Pubblico Ufficiale”.
Non c’è traccia della denuncia di lui. Ecco l’ennesimo uomo che commette un errore frequente: non denuncia di essere vittima di comportamenti invasivi, violenti e persecutori.
Le donne denunciano per stalking anche se l’ex si attacca al citofono, gli uomini non denunciano nemmeno se la ex vuole sfondare la porta a calci. Non esistono campagne istituzionali per esortare gli uomini a denunciare, per gli uomini non esiste un 1522 da pubblicizzare ovunque, non esiste una rete di CAV finanziata con fondi pubblici, non esistono case di fuga, non esistono centri per la rieducazione di donne violente. A Palazzo hanno deciso che va bene così, le misure (e i fondi) per prevenire, contenere e sanzionare la violenza devono essere unidirezionali, le vittime maschili non esistono e se esistono devono arrangiarsi da sole.