Capua. Cittadina da qualche giorno non ha più un suo vescovo dopo chissà quanti secoli: fedeli increduli.
Il secondo caso nel 2023 in Regione: nel febbraio scorso analoga scelta per la Chiesa di Sessa Aurunca, al vescovo di Teano-Calvi Giacomo Cirulli e nel 2021 anche la Chiesa di Alife-Caiazzo.
di Mimmo Iodice
Capua perde il suo vescovo: da qualche giorno diocesi accorpata con Caserta. Ancora una volta il Papa, all’atto di nominare un nuovo vescovo, ha scelto di unire “in persona episcopi” due diocesi, questa volta nella regione ecclesiastica della Campania.
Infatti il Pontefice ha accolto la rinuncia alla guida pastorale dell’arcidiocesi di Capua del vescovo Salvatore Visco, che lascia per aver raggiunto i 75 anni d’età, limite fissato per la rinuncia all’incarico per tutti i vescovi.
Il Pontefice ha scelto di affidare la diocesi di Capua all’attuale vescovo di Caserta, Pietro Lagnese, che manterrà anche il suo incarico nella diocesi che sta guidando dal 19 dicembre 2020. Solo in questo 2023 è la sesta volta che il Papa scegli di unire delle diocesi “in persona episcopi”, cioè nella persona del vescovo, anche se le due realtà ecclesiali al momento restano divise.
Ed è il secondo caso nel 2023 nella regione Campania, visto che nel febbraio scorso il Papa aveva fatto una analoga scelta per la Chiesa di Sessa Aurunca, affindandola al vescovo di Teano-Calvi Giacomo Cirulli, al quale era già stata affidata l’unione “in persona episcopi” nel 2021 anche la Chiesa di Alife-Caiazzo.
Dunque ben tre diocesi con un solo pastore. La storia millenaria della diocesi di Capua viene spazzata via come se nulla fosse. Comprendiamo molto bene i timori di chi, avendo a cuore le sorti future della chiesa capuana, vede in questa scelta il rischio di un abbandono anche da parte delle autorità ecclesiastiche, accanto alla possibile perdita di altri presìdi di carattere civile nel territorio.
È inevitabile che tutto questo sia considerato come un ingiusto e ingiustificato depauperamento di una città ricca di storia, di tradizioni, di realtà ecclesiali e sociali vive. Si tratta di una decisione lesiva senza precedenti per Capua, certamente non facile da accettare e digerire.