23 novembre 1980 – 23 novembre 2021: 41 anni dopo il terremoto con epicentro l’Irpinia. E da lì nacque la Protezione Civile, oggi orgoglio di un’intera nazione. VIDEO.

2914 morti,  8.848 feriti, circa 280.000 sfollati: i numeri, impressionanti, di quel disastro. Le province di Avellino, Salerno e Potenza le più colpite, ma nell’Alto Casertano il sisma si sentì fortissimo.

41 anni anni dopo il terribile terremoto del 23 novembre 1980, una ferita non ancora rimarginata. L’Irpinia, l’epicentro dello spaventoso sisma, non potrà mai cancellare quella terribile sera del 23 novembre 1980: interi paesi rasi al suolo con un inimmaginabile disastro avvenuto in poco più di un minuto interminabile.  2914 morti,  8.848 feriti, circa 280.000 sfollati. Un sisma devastante  dall’Irpinia al Vulture, a cavallo tra le province di Avellino, Salerno e Potenza. I comuni più duramente colpiti, Castelnuovo di Conza, Lioni,  Conza della Campania, Laviano,  Sant’Angelo dei Lombardi. Le immagini televisive descrisse quelle ore drammatiche, i salvataggi e il dolore di chi in un attimo ha perso tutto. I primi telegiornali non focalizzarono bene l’epicentro  del sisma e le sue reali proporzioni. Attenzione concentrata in un primo momento solo sulla Basilicata, ma col tempo venne fuori la vera catastrofe nella sua reale entità. Un black out elettrico e telefonico impedì di lanciare l’allarme: solo a notte inoltrata si ebbe un quadro più chiaro della situazione. La mattinata del 24 novembre attraverso una ricognizione in elicottero si ebbero le reali dimensioni del disastro, con centri letteralmente rasi al suolo ed un interminabile elenco di morti, feriti e dispersi. Fu una corsa contro il tempo per salvare chi era ancora vivo sotto le macerie e per dare un conforto agli sfollati. In Irpinia scese anche l’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Partirono gli aiuti da ogni parte d’Italia ed anche dall’estero, tutti stretti in un fraterno abbraccio. E da lì nacque la Protezione Civile, diventata oggi l’orgoglio di un’intera nazione.

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