Caserta / Provincia. Donato Ceglie condannato per abuso d’ufficio: l’ex pm era consulente per la Coldiretti ma si faceva pagare anche altro. Come quel pranzo per se e per i propri familiari: circa 40 persone.

Donato Ceglie è stato condannato a 1 anno e sei mesi, con pena sospesa, per abuso d’ufficio. L’ex pm della procura di Santa Maria Capua Vetere è stato per anni il magistrato-simbolo della lotta alla Ecomafie in provincia di Caserta e in Campania, ed ha fatto della lotta al legame fra mafie e rifiuti una ragione di vita. Avrebbe ricevuto denaro per consulenze dalla Coldiretti, circa sei ad una cifra di 22mila ai 5mila euro, inserite nel progetto “Agromafie”, facendo intestare le fatture al suo ex factotum, Raffaele Russo, perito del Tribunale e della Procura. Il tutto sarebbe partito dalla denuncia di un 55enne di Caserta e sarebbero stati contestati diversi eventi all’ex pm della Terra dei Fuochi, come l’invito ricevuto da Stefano Masini, responsabile di “area ambiente Coldiretti” di Roma, all’Expo del 2015 a Milano. “È emerso – si legge nella motivazione della sentenza – che in occasione dell’Expo 2015 durante un convegno al quale Ceglie fu chiamato come relatore, fu fatta la richiesta, soddisfatta dal Masini, di vedersi organizzato e offerto il pranzo per sé e per i propri familiari, circa 40 persone, provenienti da Toritto, in provincia di Bari. In realtà si trattava della degustazione della mandorla di Toritto proposta dall’associazione “Filippo Cea”, ma il pranzo fu pagato da Coldiretti nell’ambito della esposizione milanese. Ma Ceglie aveva anche rapporti con altri membri della Coldiretti anche anni addietro: col direttore di Roma, Vincenzo Gesmundo, con l’ex direttore dell’articolazione di Napoli, Vito Amendolara e altri funzionari della Coldiretti. Quello che la Procura di Roma gli ha contestato è stato che “abusando della sua posizione ha ottenuto che Raffaele Russo compilasse fatture per consentire a Ceglie di incassare il denaro delle consulenze, subendo però un pregiudizio perché, dal canto suo, Raffaele Russo ha portato quel denaro nella sua contabilità e, quindi, ha pagato l’Iva”. Per farlo, in maniera regolare, il pm avrebbe dovuto chiedere il parere al Csm. “Anche con Amendolara e Gesmundo, il dottor Ceglie aveva un rapporto stretto – sempre secondo quanto scritto nelle motivazioni della sentenza – e questo è emerso anche da una telefonata tra Ceglie ed Elio Sticco del foro di Santa Maria Capua Vetere durante la quale Ceglie si offriva come mediatore tra l’avvocato e la Coldiretti debitrice nei confronti del libero professionista di una ingente somma per una consulenza prestata”.

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