ALIFE. “Il ricordo della tua anima buona e gentile resterà sempre con noi. Ciao Aldù”: i funerali.

I trattori, la sua vita, che hanno accompagnato la bara da casa sua fino alla Cattedrale per le esequie e fino al cimitero che accoglierà le sue spoglie.

di Vincenzo Martino

Mercoledì 31 luglio 2024 l’ultimo saluto ad Aldo Zampogna, ragazzotto di Alife andatosene via troppo in fretta dall’affetto dei suoi cari e di quanti lo conoscevano.

Davvero “un’anima buona e gentile”, come hanno scritto i suoi amici su di un candido lenzuolo bianco all’ingresso del cimitero di Alife, che ha accolto le sue spoglie mortali, dopo che sono state liberate dai medici dell‘Ospedale Veneziale di Isernia, il nosocomio dove Aldo è stato trasportato, appena dopo l’incidente con la sua “Yamaha R” di domenica sera, 28 luglio, in quel di Colli a Volturno.

Una scampagnata fuori porta con alcuni amici, rare ma intense quelle che riusciva a fare, lui che era preso dai suoi impegni di lavoro tutto l’anno: cresciuto fin da bambino nell’azienda agricola zootecnica di famiglia, Aldo negli anni aveva creato un suo piccolo impero che stava ricostruendo piano piano.

Ne andava davvero orgoglioso di quanto era riuscito a seminare negli anni, e le confidenze con lui lasciavano sempre un’emozione forte, giacchè i suoi ricordi, ma ancora prima le sue aspettative, erano sempre intrise di passione, di valori, quelli sani, genuini, di futuro costruito mattone dopo mattone, come quelli che era riuscito a mettere uno sull’altro nella costruzione di nuovi locali (quasi pronti) degni di accogliere una nuova impresa, la sua, quella che già portava scolpito il suo nome e cognome e di cui ne andava, davvero, fiero.

Caro Aldo, o meglio “Aldù”, perchè chi ti conosce da una vita ti chiamava proprio così, il progetto si è spezzato ma quanto sei riuscito a dare alle persone che ti sono state vicino fin dall’infanzia rimarrà qualcosa di straordinario e rimarrà custodito per sempre con le cose più preziose che accompagnano l’esistenza.

Ecco, un’anima buona e gentile”: non si poteva scrivere di meglio su quel candido lenzuolo bianco all’ingresso del cimitero di Alife. Ciao “Aldù“.

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