ALIFE. Dal 1 settembre don Cesare Tescione alla parrocchia di Totari, ma e’ solo l’inizio di una rivoluzione che sara’ realmente radicale: effetti “devastanti” la raccolta di firme pro don Cesare.

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Una diocesi tranquilla che meritava, e merita, altro rispetto ed altra gestione: una diocesi fatta di gente buona e preti che sono tutti i giorni tra la gente.

Primi effetti della straordinaria dimostrazione di attaccamento, e di stima, ad opera dei fedeli di Alife, che con il loro impegno, e le loro sottoscrizioni (circa mille le firme raccolte), hanno espressamente chiesto direttamente a Sua Santità Papa Francesco, oltre che al Prefetto della congregazione per il clero, al Prefetto della Congregazione per i vescovi ed al Cardinale di Napoli, di voler confermare alla guida della parrocchia Santa Maria Assunta di Alife il prelato Don Cesare Tescione. Il Cardinale di Napoli, dopo gli atti dovuti in Nunziatura in Italia, ha chiesto invece le dimissioni del vescovo, o diversamente, il procedimento disciplinare legato ai fatti della magistratura riguardanti S.E. Mons. Valentino Di Cerbo. Nel frattempo dal prossimo 1 settembre lo stesso parroco Tescione dovrebbe lasciare, per decisione del discutibilissimo Di Cerbo, la guida della Cattedrale Santa Maria Assunta, di cui fino ad ora è stato Amministratore parrocchiale, andando ad amministrare la parrocchia di San Giovan Giuseppe della Croce alla frazione Totari di Alife, oltre a ricoprire dal 1 ottobre anche l’incarico di Cappellano presso l’Ospedale Civile Ave Gratia Plena in Piedimonte Matese. Decisioni che dovrebbero essere annunciate solo venerdi 1 settembre, dopo un’altra riunione del Consiglio pastorale di qualche giorno fa nel corso del quale e’ stato ribadita, dai fedeli,  la volonta’ di voler confermare don Cesare. Contrariamente, quindi, a quanto  si e’ affrettato a divulgare l’organo di informazione della Diocesi, questa decisione del Vescovo non e’ stata ne’ sofferta, ne’ tanto meno meditata: gia’ lo scorso anno, difatti, il Monsignore avrebbe voluto sollevare dall’incarico il Tescione; non mette neppure il punto alle innumerevoli chiacchiere e critiche all’operato della Diocesi anzi, stando alle news che sono arrivate dai vertici della Santa Romana Chiesa, dovrebbe essere solo l’inizio di una rivoluzione che tanto auspicano i fedeli, quelli devoti e quelli un poco meno, ma comunque credenti, ai quali non sono state fornite le ragioni reali del sollevamento di don Cesare dal suo incarico.  Una diocesi tranquilla che meritava, e merita, altro rispetto ed altra gestione: una diocesi fatta di gente buona e preti che, anche al di là di limiti caratteristici dell’animo umano, sono tutti i giorni tra la gente.

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