ALIFE / GIOIA SANNITICA / SAN POTITO SANNITICO. Fieno ai terremotati: le cittadine matesine scelgono la consegna diretta di 120 rotoballe.

alife-terremoto-fieno-san-benedetto“Il terremoto ci ha fatto diventare egoisti, – dice la moglie di uno degli allevatori che nel crollo ha perso i genitori, un figlio di 13 anni e 5 vacche – gli aiuti ci sono ma è tutto così complicato”. 

di Adele Consola

Missione compiuta, 120 rotoli di fieno consegnati direttamente nelle stalle, o quel che resta, degli allevatori terremotati di Amatrice (Ri) e di Accumuli (Ri). E questo è solo l’inizio perché già ci si sta organizzando per continuare con la solidarietà. Grazie alla collaborazione e alla sinergia degli allevatori in primis dei comuni di Alife, Gioia Sannitica e San Potito Sannitico è stato possibile mettere insieme del fieno da destinare a tre famiglie, tra poche ore quattro, rispettivamente di Amatrice, e precisamente nelle frazioni di Roccapassa e San Benedetto, e Accumuli, due tra le località più colpite dal fortissimo sisma che il 24 agosto 2016 ha messo in ginocchio il centro Italia. Le scosse non si fermano, in questi due piccoli comuni è andato distrutto l’immenso patrimonio storico, culturale e naturalistico anche, ma non solo. Gli allevatori e i loro animali sono le uniche tracce di vita rimasta ad Amatrice, ma anche ad Accumuli, chi ha personalmente consegnato il fieno racconta che dalla neve ormai sciolta sta venendo fuori una piaga che rinnova il dolore di quella gente, soprattutto. Ci sono solo macerie perché adesso stanno demolendo anche le poche case rimaste in piedi. E si vedono solo persone in divisa per la strada, tanto che spesso gli allevatori del posto si sentono quasi a disagio. Amatrice è un comune italiano che contava 2 646 abitanti, dal 2015 è entrata a far parte del Club “I borghi più belli d’Italia”. Si trova ad un’altitudine compresa tra i 900 e i 1000 metri ed è la culla di una tra le ricette più popolari del mondo, il sugo all’amatriciana. E’ un comune del rietino anche Accumuli, ma che contava solo 667 abitanti ed è situato a 855 metri di altezza. Era conosciuto soprattutto per la sua Torre Civica del XII secolo, unica nel suo genere in tutta la Valle del Tronto.
“Il terremoto ci ha fatto diventare egoisti, – dice la moglie di uno degli allevatori che nel crollo ha perso i genitori, un figlio di 13 anni e 5 vacche – gli aiuti ci sono ma è tutto così complicato”. Non c’è bisogno di nomi e cognomi per ringraziare tutti gli attori casertani di questo nobile gesto, un ringraziamento, molto semplicemente va a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questa missione, che non è stata per niente impossibile. Un ringraziamento va anche a tutti coloro che si stanno già riorganizzando per ritornare perché questo gesto ha donato oltre che del fieno anche un sorriso e un pizzico di speranza agli allevatori che sono le vere radici di quei posti, che sono il passato e che saranno il futuro perché non abbandoneranno mai quelle macerie.

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