ALIFE / PIEDIMONTE MATESE. Ho sognato che gli studenti alifani facevano da guide turistiche.
Gli alifani, ma anche i letinesi, i pratesi, i bojanesi, i piedimontesi, ecc. meriterebbero una classe politica più accorta agli interessi locali e non a quelli dei loro capicordata partitica con baricentro in Roma, Napoli, Campobasso e immediata periferia.
di Giuseppe Pace (Esperto Internazionale di Ecologia Umana).
Stanotte ho sognato che le scuole d’Alife preparavano guide turistiche per illustrare ai visitatori, locali e turisti esterni, il ricco patrimonio ambientale-cultura e naura- della bellissima Alife antica e moderna. Gli illustravano non solo l’anfiteatro, il criptoportico, le mura romane, le tombe romane e sannite, il museo, ecc. ma anche le antiche ricette gastronomiche, il calendario alifano, la fontana del mietitore in bronzo francese, la casa di Pietro Farina, il teatro chiuso da decenni, palazzi e castelli abbandonati, gli ortaggi più noti come le cipolle dorate usate dagli antichi gladiatori, la pizza con le cipolle alifane, l’antico casale con ricette antiche e non solo internazionali, personaggi di ieri e di oggi illustri: sia di alifani doc che non. Al risveglio ho notato che la realtà è diversa e le scuole continuano il tran tran di sempre. Durante le giornate del FAI (Fondo Ambiente Italia) ho visto, piacevolmente, già alcuni anni fa, degli studenti, delle medie superiori, attivi nell’illustrare ville e palazzi storici disseminati nel territorio della Provincia di Padova. Perché non estendere a molte scuole tale attività brillante, utile e meritevole. Giorni fa vedevo una classe di una scuola di Piedimonte Matese (CE) visitare, senza guida, il rione Vallata per poi andare a messa dal noto parroco, alifano di nascita. Mi è sembrata una perdita di tempo utile a scuola e fatta in modo tradizionale e infruttuoso. Invece, una visita dei turisti o anche cittadini non turisti, guidata da studenti -prima preparati in classe e con esercitazioni sul posto (Vallata, comprese le chiese del Monastero benedettino, di A. G. P e di San Filippo)– avrebbe potuto essere foriera di ulteriore benefici effetti sulla crescita della cultura locale e generale. Il Mezzogiorno è indietro di alcune decine di anni in quasi tutti i settori civili moderni rispetto al Settentrione, scuola compresa. Nasconderlo è nascondersi nudi dietro una foglia di fico anche se a certo meridionalismo piagnone piace dire il contrario della realtà, amara che sia! Tale meridionalismo lamentoso nasce e si sviluppa nei figli di certa borghesia meridionale parassitaria. Viceversa il meridionalismo fattivo, alla Carlo Maranelli ad esempio, ecc. permette di rimboccarsi le maniche al Sud per ridurre le distanze o la forbice Nord-Sud. Si plaude a esempio, che a Neurobiotech di Caserta gli studenti delle scuole superiori potranno assaporare le esperienze realizzate dal Laboratorio di Realtà Virtuale del CIRA, Centro Italiano Ricerche Aerospaziali. A partire da lunedì 24 settembre fino a sabato 29 sarò proprio il concetto di viaggio nel tempo il tema che legherà le manifestazioni in programma (fin dall’esordio di sabato 15 settembre i visitatori della Reggia di Caserta hanno potuto ammirare la De Lorean a bordo Marty e Doc, i protagonisti del film). Quindi l’approfondimento dai ricercatori dell’Istituto isernino I.R.C.C.S. Neuromed e del Polo di Ricerca Neurobiotech di Caserta, accompagnati dagli studenti delle scuole di ballo “More Dance Studios” di Caserta e “Crown Ballet” di Napoli. Solo la settimana prossima si potrà entrare nel vivo della manifestazione, quando gli studenti delle scuole superiori del Molise e della Campania potranno approdare nei centri di ricerca di Pozzilli e Caserta per ammirare da vicino i progressi fin qui compiuti dalla ricerca scientifica, in una sorta di incontro tra scienza e giovani attraverso visite guidate, laboratori interattivi, iniziative culturali. Curiosa la “Passeggiata su Marte”, dove i visitatori potranno mettersi alla guida del simulatore di volo rover Curiosity della NASA e passeggiare sul suolo marziano. Pur valide iniziative sporadiche per mostrare eccellenze culturali, non raggiungono gli obiettivi che visite guidate dai medesimi studenti delle medie superiori. Tali obiettivi sono: capacità degli studenti da prescegliere per guide ambientali, sulla base della media dei voti di profitto non bassa, di prepararsi prima ”costringendo” i docenti ad impegnarsi sulla cultura non solo generale, ma anche locale del bene pubblico o privato da fare visitare al turista con informazioni specifiche e non generiche. Il mio primo libro su Piedimonte d’Alife mi fu prestato da un socievole compagno di classe dell’Itis di Piedimonte d’Alife, sezione del Francesco Giordani di Caserta. Da allora, 1963/64, ho iniziato ad apprezzare la storia e la cultura locale e vederne anche le esagerazioni quando sconfinano nel campanilismo deleterio. A fine agosto c.a., vedevo l’acquisto di libri scolastici, soprattutto per le scuole medie superiori piedimontesi, di oltre 350 euro a famiglia, senza battere ciglio da parte dei genitori con i figli avanti. Nessuno di quei libri trattava la storia, l’economia e la geografia locale. Come faranno gli studenti ad essere iniziati anche a capire le connessioni tra ambiente locale e non? Spesso potranno sapere, anche molto e solo, di un ambiente lontanissimo dal loro, purtroppo. Ciò non fa della nostra scuola una Buona Scuola, che da decenni la graduatoria dell’Ocse la colloca tra gli ultimi posti mondiali, soprattutto la scuola del nostrano Mezzogiorno. Il tirare a campare, la becera burocrazia hanno forse preso il sopravvento nella nostra scuola, soprattutto meridionale ma non solo, e il far finta di fare è la regola dominante, che ha trasformato i docenti in impiegati di uno Stato padronale, che poco dà e poco chiede ai suoi dipendenti massificati e secolarizzati cioè indifferenti ai saperi aggiornati e spendibili! La ricchezza di reperti storici, artistici, archeologici, artigianali e naturali di Alife, Bojano, Piedimonte Matese, Prata S., Faicchio, Cusano Mutri, Guardia Sanframondi, Roccamandolfi, Sepino, Ciorlano, Pietraroja, Letino, Sant’Angelo d’Alife, ecc.. non sono da nascondere ed essere ammirati da pochi cultori e turisti privilegiati, ma da tutti e la scuola deve poter fare la sua parte d’iniziare i giovanissimi alla comprensione piena dell’ambiente vicino e lontano, dove emigrano poi anche per mancanza di opportunità lavorative poiché l’ascensore sociale è bloccato e nella pubblica amministrazione entrano solo i figli dei figli di politici e più che possidenti locali. Ma per fare questo a scuola e fuori c’è bisogno di un cambio di mentalità? No, basta fare applicare i programmi che già prevedono l’attenzione del Docente alla storia locale e generale ad esempio. Ma chi controlla il controllore in Italia? Nessuno, se non l’utenza, forse troppo distratta e con genitori che delegano, fiduciosi troppo e troppo spesso, soprattutto nel nostro bistrattato Mezzogiorno. Ad Alife ci sono poche scuole medie superiori perché gli alifani frequentano i licei e i molti tecnici e professionali della vicina Piedimonte d’Alife, pardon Matese da 40 anni e passa. Tale predicato fu cambiato per un eccesso di campanilismo storico di qualcuno che accontentò i politici del tempo per un presunto sviluppo turistico del Matese, dimenticando di essere in Campania! Eppure uno di tali politici era alifano di nascita la cui dinastia non ha fatto una bella fine politica, purtroppo. I nipoti spesso non raccolgono ciò che i nonni hanno accumulato con l’esperienza. Gli alifani, ma anche i letinesi, i pratesi, i bojanesi, i piedimontesi, ecc. meriterebbero una classe politica più accorta agli interessi locali e non a quelli dei loro capicordata partitica con baricentro in Roma, Napoli, Campobasso e immediata periferia.