ALIFE / PIEDIMONTE MATESE / VENAFRO. Altri soldi per lo sviluppo museale, fino ad oggi mancato.

Una sana competizione pubblico-privato potrebbe essere la soluzione per vincere il nepotismo dei posti pubblici pilotati dai politici locali…

di Giuseppe Pace

Su questo media scrissi per il lettore, anonimo e non solo matesino, del taglio di servizi pubblici che si ripete da sempre e, guarda caso, a farne le spese e subire i disagi sono i soliti cittadini dell’alto territorio casertano, sempre trattati da Cenerentola mai da Principe: bianco, azzurro, rosso, nero, ecc. a seconda del colore politico espresso dalla maggioranza che governa le persone ed amministra le cose della res publica. La popolazione casertana residente è pari a più di 910 mila abitanti, mentre quella iserina è circa 10 volte meno, anche se gli iserinini vollero, fortemente vollero, una loro autonomia provinciale da Campobasso, che il giornalista e scrittore nonché partigiano, G. Bocca, commentò sui media del tempo e poi riporto nel noto saggio “Inferno. Viaggio nel profondo sud”. Il piemontese e montanaro, Bocca, vide e descrisse quelle nostre realtà ambientali in modo severo, ma giusto senza innamoramenti vari di chi ci è nato o vissuto per lungo tempo che spesso non vede difetti ma solo virtù come fanno tutti gli innamorati planetari. Il giudizio più severo lo ebbe per Caserta e Napoli, che definì ingovernabile. Nel territorio alifano e piedimontese ho ex compagni di scuola che hanno svolto il ruolo di Sindaco e di tanto in tanto li vedo e mi raccontano qualcosa di pubblico interesse. Sui musei, luoghi delle muse o dei saperi soprattutto archeologici e storici ho scritto più volte. Ho soprattutto ribadito, l’ovvietà evidente, che pochi turisti visitano i musei dell’interno come quelli d’Alife, Piedimonte M., Letino, Venafro, ecc.. In Molise poi lo sviluppo museale sembra inversamente proporzionale all’affluenza, sempre sparuta, dei visitatori. Ho visto più volte il Museo d’Alife ed ammirato le sue preziose e rare presenze culturali che testimoniano un passato interessante, ma non ho mai visto turisti e mi sono sentito solo tra le Muse. Eppure rispetto ai miei tempi, adolescenziali e giovanili, passati tra Letino, Piedimonte d’Alife, Venafro, Bojano, ecc. il tessuto sociale è apparentemente cambiato per i moltissimi studenti, prima erano pochissimi. Se anche questi, in tempo extrascolastico, non frequentano i propri musei qualcosa c’è che va corretto! Leggo con piacere che ulteriori fondi vengono stanziati per incentivare lo sviluppo dei musei di Venafro e d’Alife. Speriamo che, anche questi altri non pochi fondi pubblici servano a centrare meglio l’obiettivo di indurre le persone a frequentare i musei e non servano solo a pochi sparuti iniziati e personale pilotato dai feudi elettorali esistenti e d’antico spessore inossidabile. I musei campani e molisani non sono solo quelli delle loro grandi città con Napoli pigliatutto per dimensione e centro di politiche meridionali non sempre illuminate ed illuminanti culturalmente. Bisogna trovare il modo per incentivare i giovani e meno giovani a frequentare i musei dell’intero territorio campano (13.595 kmq), casertano e Sannio Alifano. La provincia di Caserta si estende su di una superficie di 2639.38 kmq, pari al 19.41% del territorio regionale, distribuita prevalentemente in collina (56.25%) e in pianura (35.07%) una piccola parte in montagna (8.68%). Negli ultimi anni si è assistito a un grave depotenziamento dei servizi pubblici che continua a generare preoccupazioni per l’occupazione e lo spopolamento di piccoli comuni montani e non solo. Peccato che molti formatori di giovani continuano nella disputa ideologica tra gestione pubblica e privata dei servizi e non sulla qualità dei medesimi che deve essere messa al primo posto. Se la qualità è alta va benissimo se la gestione è pubblica, ma va altrettanto meglio se è privata, forse più capace di vincere la partitocrazia imperante che non lascia spazio alla libera espressione del pensiero del cittadino alifano, piedimontese, letinese, venefrano, ecc.. Il suddito, con la scuola di massa, dovrebbe essere museato, invece, mi appare ancora una triste realtà in area campano-molisana ma anche altrove. L’obiettivo di tutte le istituzioni, da raggiungere insieme affinché. Si spera comunque che l’ambiente del Sannio Alifano non venga privato o sprecato di una risorsa preziosa per la crescita del cittadino con il fondo, cospicuo e milionario, stanziato dai politici locali ai quali va riconosciuto il merito d’impegno per il territorio che li ha delegati col voto. Il cittadino è una persona italiana prevista dall’art. 4 della Costituzione:” La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Se tutti concorressimo al progresso dei territori di vita, avremmo un Italia migliore, ma se alcuni non lo fanno ancora bisogna avere fiducia e dare l’esempio affinchè possano farlo sia pure in ritardo. A Bolca sulle prealpi dei monti Lessini vi è un piccolo Museo paleontologico “privato” che apre le porte anche di Domenica e negli altri giorni festivi ai turisti e quasi tutte le ore, tranne notte fonda. Affianco vi è anche un agriturismo funzionale. Perché non prendere esempi positivi per rompere la cappa di secolarizzazione o indifferenza al servizio svolto? Vogliamo continuare ancora all’infinito a discutere se i servizi (scuola, museo, sanità, ecc.) debbano essere solo pubblico, ideale, oppure solo privato, reale. Invece una sana competizione pubblico-privato potrebbe essere la soluzione per vincere il nepotismo dei posti pubblici pilotati dai politici locali, l’approssimazione conseguente, gli orari funzionali agli impiegati e non ai turisti, e cosi via!

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