Caserta / Provincia. Mascherine importate dalla Cina con marchio “CE” contraffatto e senza i requisiti di sicurezza: i sequestri della Finanza. IL VIDEO.

In alcuni casi le mascherine, sempre di provenienza cinese, avevano la sigla “KN95”, indicante la conformità a uno standard qualitativo extracomunitario con parametri di sicurezza diversi da quelli richiesti dall’Europa.

La Guardia di Finanza di Marcianise e di Aversa hanno sequestrato due distribuzioni all’ingrosso di prodotti farmaceutici con oltre 22mila mascherine facciali con marchio “CE” contraffatto prodotte oppure importate senza le necessarie verifiche sui requisiti di sicurezza previsti dalla normativa di settore e rivendute a diverse farmacie della provincia di Caserta. L’attività di controllo sarebbe partita da una segnalazione da parte dei cittadini che lamentavano l’ingiustificato aumento dei prezzi di questi prodotti. Da qui, l’attività di riscontro che ha riguardato diverse farmacie dove i finanzieri hanno verificato la tipologia delle mascherine in vendita e il rispetto delle prescrizioni previste dai D.P.C.M. Le Fiamme Gialle hanno dunque accertato che in questi esercizi erano in vendita diverse tipologie di mascherine, molte delle quali importate dalla Cina e rivendute da grossisti locali e in particolare da tre di questi con sede in Nola e Napoli. L’immediata estensione dei controlli presso tali rivenditori ha permesso di rinvenire in giacenza altre 22.600 mascherine facciali di diversa natura e con caratteristiche filtranti differenti, la maggior parte delle quale di provenienza cinese. Dai successivi accertamenti si è appurato che molte di queste erano vendute in Italia come mascherine “FFP”, cioè come dotazioni in grado di filtrare l’aria proteggendo l’utilizzatore da particelle e agenti patogeni esterni e dotate di marchio “CE” circa la conformità agli standard comunitari, apposto tuttavia sulla base di una certificazione rilasciata da un ente olandese rivelatasi completamente falsa. In un altro caso le mascherine, sempre di provenienza cinese, erano classificate con la sigla “KN95”, indicante la conformità a uno standard qualitativo extracomunitario che prevede anch’esso una serie di parametri minimi di sicurezza, sebbene in parte diversi da quelli richiesti dalla norma tecnica europea. Anche in questo caso, però, il marchio CE era apposto in modo totalmente illecito, sulla base di una certificazione di un ente di Hong Kong non avente alcun valore in Europa. Peraltro, pur vendendo le mascherine come dispositivi di protezione certificati, e non come semplici mascherine facciali, nessuno dei commercianti controllati si era avvalso della deroga prevista dalla normativa emergenziale, che prevede la possibilità di importare o produrre tali dispositivi di protezione in assenza della certificazione comunitaria (marchio CE), ma solo se si ottiene l’autorizzazione dell’Istituto Superiore di Sanità (per le mascherine chirurgiche) o dell’INAIL (per i dispositivi di protezione individuale), utilizzando e sfruttando invece il marchio già illecitamente apposto sui prodotti. I responsabili delle aziende ispezionate di vendita all’ingrosso di prodotti farmaceutici sono stati quindi denunciati alle competenti Autorità Giudiziarie per l’ipotesi di frode nell’esercizio del commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci. Anche questo intervento testimonia l’impegno dei Reparti della Guardia di Finanza nel presidiare il territorio per individuare le attività economiche che, approfittando dell’emergenza sanitaria in corso e delle recenti disposizioni regionali che rendono obbligatorio l’utilizzo di mascherine negli spazi aperti, commercializzano dispositivi asseritamente certificati, ma in realtà assolutamente non controllati nella loro rispondenza agli standard dichiarati, così da poter tra l’altro praticare prezzi maggiorati, ingenerando negli acquirenti l’ingannevole convinzione di utilizzare presidi che garantiscono una maggiore protezione dal rischio di contagio.

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