Codice Rosso, archiviata oltre la metà delle denunce arrivate in Procura.

“Molte volte le accuse si rivelano prive di fondamento e riscontri. Capita anche si prescrivano. Sta di fatto che oltre la metà delle inchieste incamerate dalla procura in relazione ai così detti reati da Codice Rosso si chiude con un’archiviazione”. Ma va? Chi l’avrebbe mai detto…

di Mara Rodella

Dal primo luglio 2021 al 30 giugno 2022 prese in carico 1.265 inchieste, Bonfigli: «Dai magistrati massima attenzione e tempi strettissimi». Da gennaio 11 ammonimenti del questore: 7 per stalking, 4 per violenza

Molte volte, le accuse si rivelano prive di fondamento e riscontri. Capita (poco) anche si prescrivano. Sta di fatto che oltre la metà delle inchieste incamerate dalla procura in relazione ai così detti reati da Codice rosso si chiude con un’archiviazione. A lavorarci è il dipartimento «soggetti deboli»: sei sostituti procuratori — ad oggi in realtà sono cinque, ma il 29 novembre arriveranno due mot a dare man forte — coordinati dall’aggiunto Silvio Bonfigli.

Dal primo luglio 2021 al 30 giugno scorso (questa la scansione temporale dell’Anno giudiziario), in procura, sono stati incamerati 1.265 fascicoli per Codice rosso. Ben 704 sono stati archiviati: 154 per «mancanza di condizioni», 468 per «infondatezza della notizia di reato», 53 per altri motivi, 29 per prescrizione. Le richieste di custodia cautelare in carcere da parte dei pm sono state 103. Numeri, questi, che tratteggiano, per il quarto anno consecutivo, «un andamento piuttosto stabile dal 2019, periodo Covid compreso»: da gennaio a settembre 2021, per esempio, furono 833 i fascicoli da Codice rosso aperti dal dipartimento (a dicembre oltre novecento) per circa trecento pratiche chiuse.

Passando in rassegna gli illeciti contestati, «statisticamente possiamo dire che il reato più frequente resta il maltrattamento in famiglia» spiega Bonfigli: più di 500 fascicoli, sempre tra il 2021 e il 2022. Segue lo stalking: 446 fascicoli, di cui 252 archiviati (167 per mancanza di condizioni, 18 perché infondati, 12 per prescrizione). Circa la metà le pratiche aperte per violenza sessuale: 227, delle quali 93 sono state archiviate.

Nel complesso, i magistrati che lavorano ai soggetti deboli (oltre ai Codici rossi si occupano di pedopornografia — distrettuale — e affini) hanno coordinato 2.558 fascicoli sopravvenuti: 1.341 sono stati archiviati (798 per notizia di reato infondata, 358 per mancanza di condizioni, 66 perché prescritti). Non moltissime le inchieste per revenge porn: 28, di cui 13 chiuse senza alcun processo. Ancora, 35 le violazioni di provvedimenti come il divieto di avvicinamento o l’obbligo di dimora che, in quanto «evasioni» oggettive, non hanno visto di contro alcuna richiesta di archiviazione da parte dei magistrati competenti.

E se dal primo gennaio 2022 al 21 novembre scorso in procura sono stati incamerati, in tutto, qualcosa come 16 mila fascicoli, va da sé che circa il 10% è rappresentato dai Codici rossi. «Il pericolo — analizza il procuratore aggiunto — è che alcuni di questi illeciti vengano in qualche modo strumentalizzati. Resta un aspetto, fondamentale: possono essere ‘reati spia’ da non sottovalutare mai, di un femminicidio». In sintesi, i soggetti deboli «sono il pronto soccorso della procura: l’attenzione è sempre massima, la legge ci impone tempi strettissimi ma devo dire che anche i gip hanno dimostrato tempi di risposta, sulle richieste di misure cautelari, assolutamente tempestivi». Questione di ore. Importantissimi, per affrontare questo tipo di inchieste, anche «i corsi di formazione che sosteniamo noi magistrati, ma anche i medici e le forze dell’ordine, che per primi si trovano faccia a faccia con una donna che denuncia» o non ha il coraggio di farlo, magari. «In parallelo portiamo avanti il percorso di protezione vittime: a Brescia la rete antiviolenza funziona, così come la sensibilità degli operatori sanitari che non esitano mai a segnalare un caso» da approfondire. Cruciale, a quel punto, «il confronto immediato con il pm di turno, perché in un attimo si rischia di fare danni, anche psicologici, alla presunta vittima».

Se nel periodo di riferimento tra il 2021 e il 2022 sono sopravvenuti in procura 1.265 fascicoli depositati per Codice rosso, altri 1.226 sono stati esauriti: «Nessun arretrato, in sostanza. Tanti ne entrano e tanti ne escono». Stessa cosa per quanto riguarda le inchieste aperte dai soggetti deboli nel complesso: 2.558 sopravvenienze contro 2.503 fascicoli esauriti.

Sul fronte prevenzione, nel 2022, a fronte di 82 istanze, il questore ha emesso 11 ammonimenti: 7 per stalking e 4 per violenza domestica. Due destinatari hanno «disobbedito» e sono stati arrestati in flagranza. La piattaforma «Scudo» (applicativo interforze a protezione delle vittime di violenza), ha permesso di monitorare numerose vicende di atti persecutori e soprusi in famiglia: sempre da gennaio le forze di polizia della provincia di Brescia hanno segnalato alla magistratura 411 casi di maltrattamenti in famiglia e 255 di stalking.

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