SAN POTITO SANNITICO / LETINO. Con il liberale Gaetano Flangieri l’ambiente dell’Occidente può vantare sull’ambiente dell’Oriente un primato di civiltà.

Il liberismo non solo di Gaetano Filangieri è il fulcro per indicare uno stato, dove il cittadino è artefice del proprio ambiente. Dalle vette del Matese letinese un itinerario della mente in salita non in discesa impulsiva.
(nella foto, la lapide di V. Goethe a G. Filangieri con paesaggio matesino da S. Potito S. e 2 foto di patriarchi della grande famiglia cattolica)
di Giuseppe Pace
Oltre a rimandare le preoccupazioni di questo media su Odessa accerchiata dalla barbarie del cittadino russo, Putin, mi preme sottolineare il pensiero liberista, che in Getano Filangieri ha avuto un picco di notorietà. Il mio libro Canale di Pace, con Gaetano Filangeri, che dettò i fondamenti del diritto internazionale, con il famoso libro, Scienza dell’Amministrazione, ideato nel secolo dei lumi, il 1700 e in ambiente culturale più napoletano che sannita. Gli Usa, come la Gran Bretagna, l’Australia, il Canada, applicarono al governo della res publica dei loro stati il pensiero illuminista di Gaetano Filangieri. Nel mio libro Canale di Pace, insisto, non poco, sulla diversa visione e formazione del cittadino occidentale dall’orientale, più evoluto il primo verso l’individualità responsabile, liberale e non egocentrica, più tradizionalista, collettivista, statalista il secondo che confida nello stato padrone che decide per lui, anche se dittatore come Putin. Nel libro suddetto si prevede sia l’attualità grave della guerra d’aggressione di Putin non si condivide l’inno comunista e religioso, soprattutto ortodosso russo, del tramonto dell’Occidente, anzi si promuove l’Occidente come cultura e democrazie più mature, oltre che destino ultimo del cittadino globale e liberale. In occidente filosofi, storici ed altri, dei saperi delle scienze umani più opinabili delle scienze naturali, hanno inneggiato al tramonto dell’Occidente con libri a iosa e lezioni di storia e filosofia, senza alcun rispetto democratico dei diritti del discente, nei licei classici e scientifici senza escludere quelli provinciali come Piedimonte Matese. Quando si dice ambiente provinciale non si intende solo la valenza geografica, ma pure storica, sociologica, antropologica, statistica he certifica il dominio della tradizione sull’innovazione, eccezioni fatte! Oggi, in Occidente, va di moda il presidenzialismo e in Italia il partito guidato dal chiacchierone liceale, M. Salvini, lo esprime forse più della destra guidata dalla Ragioniera G. Meloni. Nelle aule universitarie, liceali e un pò meno nei tecnici e professionali, dove abbondano i saperi meno opinabili scientifici e tecnici, il tramonto dell’Occidente ha vendemmiato meno. Di tramonto dell’Occidente ne sta parlando ora il dittatore comunista V. Putin, che dalla Russia si fa sostenere con entrambe le mani dal suo fedelissimo patriarca ortodosso Kirill anche per aspetti omofobici. D’altronde la pedagogia genter in Europa, è stata promossa non dal pensare liberista, ma comunista, socialista e dintorni grillini, che non sono affatto liberali, pare ma si spera sempre nelle eccezioni come una sorta di anticorpi in un organismo affetto ed afflitto dal virus della covid19, ad esempio emblematico. Da più parti nei giorni scorsi, sia dal fronte cattolico che da quello ortodosso ucraino facente capo al suo stesso Patriarcato moscovita, si erano levate voci affinché il patriarca Kirill – notoriamente legato a doppio filo a Vladimir Putin – si pronunciasse chiaramente contro la guerra d’invasione. Ma la sua risposta è stata di tutt’altro tenore. In una sorta di sermone pronunciato Domenica, Kirill, ha giustificato la guerra in Ucraina, vista come lotta contro la promozione di modelli di vita peccaminosi e contrari alla tradizione cristiana. Nel suo ossequio a Putin, al termine della Divina Liturgia nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, Kirill ha detto: “questa primavera è stata offuscata da gravi eventi legati al deterioramento della situazione politica nel Donbass, praticamente lo scoppio delle ostilità”. Poi ha incentrato tutta la sua argomentazione sulla necessità di lottare contro i modelli di vita promossi dalle parate gay. “Se l’umanità riconosce che il peccato non è una violazione della legge di Dio – ha osservato -, se l’umanità concorda sul fatto che il peccato è una delle opzioni per il comportamento umano, allora la civiltà umana finirà li'”. E le parate gay “sono progettate per dimostrare che il peccato è una delle variazioni del comportamento umano”. “Ecco perché per entrare nel club di quei paesi è necessario organizzare una parata del gay pride – ha proseguito -. Non per fare una dichiarazione politica ‘siamo con te’, non per firmare accordi, ma per organizzare una parata gay. E sappiamo come le persone resistono a queste richieste e come questa resistenza viene repressa con la forza. Ciò significa che si tratta di imporre con la forza un peccato condannato dalla legge di Dio, e quindi, di imporre con la forza alle persone la negazione di Dio e della sua verità”. Secondo Kirill, “ciò che sta accadendo oggi nell’ambito delle relazioni internazionali, quindi, non ha solo un significato politico. Stiamo parlando di qualcosa di diverso e molto più importante della politica. Si tratta della salvezza umana, di dove andrà a finire l’umanità”. “Tutto ciò che dico non ha solo un significato teorico e non solo un significato spirituale. Intorno a questo argomento oggi c’è una vera guerra”, ha rimarcato. Kirill ha anche detto che è “da 8 anni che lo sterminio nel Donbass va avanti, il mondo intero tace. Otto anni di sofferenza e il mondo intero tace: cosa significa? – ha detto ancora il patriarca – Ma sappiamo che i nostri fratelli e sorelle stanno davvero soffrendo; inoltre, possono soffrire per la loro fedeltà alla Chiesa”. “Tutto quanto sopra indica che siamo entrati in una lotta che non ha un significato fisico, ma metafisico , ha quindi insistito a proposito della necessità di combattere. So come, sfortunatamente, gli ortodossi, i credenti, scegliendo la via di minor resistenza in questa guerra, non riflettano su tutto ciò a cui pensiamo oggi, ma seguono umilmente la strada che mostrano loro i poteri costituiti”. “Non condanniamo nessuno, non invitiamo nessuno a salire sulla croce – ha aggiunto -, ci diciamo solo: saremo fedeli alla parola di Dio, saremo fedeli alla sua legge, saremo fedeli alla legge dell’amore e giustizia, e se vediamo violazioni di questa legge, non sopporteremo mai coloro che distruggono questa legge, offuscando il confine tra santità e peccato, e ancor piu’ con coloro che promuovono il peccato come esempio o come uno dei modelli di comportamento umano”. “Oggi i nostri fratelli nel Donbass, gli ortodossi, stanno indubbiamente soffrendo, e noi non possiamo che stare con loro, soprattutto nella preghiera”, ha concluso Kirill. Allo stesso tempo, “dobbiamo pregare affinché la pace giunga al più presto, che il sangue dei nostri fratelli e sorelle si fermi, che il Signore inclini la sua misericordia verso la terra sofferente del Donbass“. E il vescovo di Roma, già caput mundi e che rapprenta oltre 1,5 milardi di cattolici, che dice nelle sue implorazioni pubbliche dal balcone di piazza S. Pietro? Si limita a recitare la difesa dei più deboli e indifesi ucraini? Molti lo hanno appellato come papa comunista, a torto o a ragione. Adesso delega, Parolin, suo segretario di stato e card. vicentino, a vedere di fare da paciere, ma il comunista Putin mette l’Italia nella lista nera (per le sanzioni esagerate da noi legiferate, più di tutti gli altri partner dell’Unione europea) e preferisce la mediazione della Cina comunista alla maschile e bizantineggiante monarchia dello stato Vaticano. Le organizzazioni del sacro, presente nell’Homo sapiens fin dagli albori della storia naturale, sono le religioni che sembrano una sorta di retaggio del suddito e popolano più che del cittadino attuale. Nel Canale di Pace, preciso di appartenere alle arti liberali da cui proviene il cittadino ex suddito o suddito di neofeudi elettorali, che frenano l’evoluzione del cittadino artefice del proprio ambiente. Il cittadino delle aqrti liberali è chiunque vive del proprio lavoro, né nobile con feudi ereditati, ne servo del padrone da cui si dipende come anche dal suo pensare da ribadire come un pappagallo Nel libro suddetto non nascondo mai l’ammirazioone verso il cittadino e non il suddito ad iniziare dallo stato, troppo spesso padrone, sia nei servizi essenziali che meno. Nel Mezzogiorno, nostrano del Sannio in modo speciale e più noto, il cittadino, a grande maggioranza mi appare ancora più suddito del Settentrione, dove l’ambiente è più ricco di opportunità lavorative e con più alta qualità dei servizi sociali: ospedali, scuole, trasporti, ecc. Un mio compagno di classe di Piedimonte d’Alife fu bloccato nel suo sproloquio in difesa dei nobili borbonici, con questa domanda: perché con decine e decine di ospedali in Campania, tua regione di residenza, sei andato ad operarti al Settentrione?” Ritengo che il mio peregrinare esistenziale dalla Campania, al Molise, al Veneto e all’estero, il saggio Canale di Pace, non mi permette più un percorrere la strada semplice e in discesa della nostalgia canaglia (cantata dal popolano cittadino pugliese Albano e dalla borghese statunitense Romina, figlia del noto attore Powuer) ma della mente, che è sempre in salita, non in discesa impulsiva ed emotiva. Salire però non mi è stato molto faticoso essendo stato abituato a salire, da adolescente, le vette del Matese letinese esistenti attorno al toponimo Canale di Pace, casa di campagna dei miei avi. Il mio libro dunque è un escursus che si tinge di note autobigrafiche, tra lo scientifico dagli ambienti locali a quello globale con l’evoluzione del cittadino verso una visione meno provinciale, che spesso è più tradizionale e meno innovativa. Il Il libro si può acquistare, su scala mondiale sia in formato cartaceo che in eBook, cliccando digitalmente: Giuseppe Pace: Canale di Pace, Amazon, libri.it Per i residenti in Europa si clicca.com, oppure, per i canades.ca e, infine, per gli anglofoni statunitensi e altrove. co.uk
E’ stato centrato il problema, quello della guerra di religione (questa sì che è vera) voluta da Cirillo Primo, Patriarca di tutte le Russie, in risposta alla autocefalia (autonomia) della Chiesa ortodossa di Kiev proclamata lo scorso Natale ed ottenuta per spinta del Patriarca di Coastantinopoli. In precedenza il patriarcato di Kiev dipendeva da Mosca. Tutto il resto è contorno. 🙂