Guardia Sanframondi. In città torna l’immondezzaio di via Calvese, “Guardia sei tu”: “Non proprio un belvedere all’ingresso del nostro paese”.

“Eppure tutto questo oggi è ormai dimenticato, giacché la nuova Amministrazione ha ritenuto utile ripristinare il centro di raccolta dismesso nel 2019″.

di Barbara Serafini

Amarezza, sgomento ed enorme dispiacere nascono quando ci si reca nei pressi del centro raccolta rifiuti di via Calvese, a Guardia Sanframondi. L’Amministrazione Panza, a seguito dell’affidamento del servizio alla ditta Eurogreen di Campobasso, aveva fatto sì che il centro di raccolta fosse dismesso: tutti i giorni, infatti, ogni rifiuto domestico veniva trasportato verso piattaforme autorizzate, senza deposito alcuno dei rifiuti nell’ex centro di raccolta in via Calvese. Quali gli intenti? La bonifica del sito e il successivo cambio di destinazione d’uso dello stesso con una nuova idea progettuale.

“Eppure – esprime con rammarico il gruppo di opposizione consiliare “Guardia sei tu”tutto questo oggi è ormai dimenticato, giacché la nuova Amministrazione ha ritenuto utile ripristinare il centro di raccolta dismesso nel 2019. La conseguenza è sotto gli occhi di tutti: non proprio un belvedere all’ingresso del nostro paese”.

Preme aggiungere, altresì, che in occasione dell’ottava tappa d’arrivo del 104° giro d’Italia, lo scorso maggio, davanti al sito di raccolta furono apposte alcune cancellate in ferro ricoperte da un telo che rappresentava le cantine del luogo, successivamente rimosso. “Come mai è stato rimosso? – conclude il gruppo consiliare – Forse perché non idoneo? Oggi restano esclusivamente le inferriate, le quali, purtroppo, non nascondono l’attuale stato dei luoghi: rifiuti ovunque, cassoni pieni, movimentazioni di rifiuti, cassonetti dismessi. Altro che bonifica dell’area! Ogni intento della passata Amministrazione, che mirava al risanamento del sito, sembra svanito. Che delusione! A quanto pare, purtroppo, la nuova Amministrazione vuole che il luogo resti il ‘mondezzaio di Via Calvese’. Ci chiediamo: il sito è davvero autorizzato?”

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