Mangiatrici di banane, la gara: una grande successo l’iniziativa alla festa degli uomini… nonostante le accuse delle soliti lobby femministe. VIDEO.

A vincere tre ragazze friulane che hanno sbaragliato le altre concorrenti. Le soliti lobby femminista che hanno condannato l’iniziativa eppure nessuna fanciulla è stata forzata a gareggiare.

Alla fine sono state incoronate le tre vincitrici della gara di mangiatrici di banane a Monteprato di Nimis, in Provincia di Udine, tre ragazze friulane che hanno sbaragliato le altre concorrenti.

Questo nonostante le polemiche dei giorni scorsi che volevano fermare la manifestazione la festa degli uomini ha riscosso un grande successo. Forse proprio grazie all’eco mediatico della vicenda, o forse per la voglia di festeggiare dopo anni di pandemia, sono stati moltissimi i partecipanti che si sono ritrovati il 2 agosto 2022 in Friuli.

I media avrebbero voluto eseguire l’ordine impartito dalla lobby femminista di condannare senza appello l’iniziativa estiva della gara, che consiste nel far gareggiare donne volontarie in una scorpacciata di banane, da mangiare inginocchiate mentre un uomo porge il frutto tenendolo all’altezza del bacino. Il richiamo al sesso orale non potrebbe essere più esplicito, ma d’altra parte si tratta di una delle tante feste pazze ed allegre che si organizzano in tutto il mondo nel periodo estivo. Allora scoppia subito lo scandalo e sfreccia sui media l’accusa di sessismo e sessualizzazione della donna, eppure pare che nessuna fanciulla sia stata forzata a gareggiare e tutte loro si sono cimentate con ironia e pieno divertimento proprio e altrui.

Una polemica simile non sarebbe certo scaturita per una gara tra “mangiatori di prugne”: l’ 8 marzo quando frotte di signore attempate fanno la fila in discoteche dove si organizzano striptease maschili. Ora la condanna è unanime e alla sua avanguardia si pongono anche ex parlamentari: le femministe, oltre a essere nemiche delle donne, della bellezza e della normalità, sono anche tristi mietitrici di tutto ciò che è allegria, spontaneità e gioia di vivere.

Inevitabile, di fronte al solito rumore mediatico, sorge la domanda: ma tutta questa pressione oscurantista, questa pulsione irrefrenabile alla censura dell’attrazione reciproca fra uomini e donne, alla fine attecchisce nella società o resta quella che è, cioè un mero rumore, costante e ossessivo, ma pur sempre di fondo? La risposta sta già nell’esistenza di donne che hanno spensieratamente partecipato alla gara. Come, allora, le già parlamentari spiegano la loro presenza? Ancelle del patriarcato, si dirà. Non donne desiderose di divertirsi e attratte dal sesso, quand’anche solo simbolico o ironicamente evocato, ma schiave di un’ideologia che sottomette le donne e le vede solo ed esclusivamente come oggetto di piacere.

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