Sessa Aurunca. Agostino Nifo, un eccellente figlio delle arti liberali di Sessa Aurunca.

gli auguri digitali dell’Ing. Sindaco… il letinese Giambattista Cristinzo fu Oliviero… a Piedimonte col castello ducale dei Gaetani
di Giuseppe Pace
Un castello speciale pure esistente nell’attuale ambiente campano o meglio casertano è quello ducale di Sessa Aurunca, l’antica Sinuessa, città importante prima degli Aurunci e dell’espansionismo di Roma, caput mundi, dopo, ma un pò prima dei Sanniti.
Il castello ducale di Sessa Auruunca, costruito nel X sec., fu concepito come luogo di difesa ma anche come palatium, dove svolgere le attività ufficiali della corte. Con Federico II di Svevia, il complesso fu consolidato e ampliato con l’aggiunta di torri quadrangolari. Le trasformazioni continuarono con gli angioini, dei quali resta la straordinaria loggia del giardino pensile, e con la famiglia Marzano nel XIV sec., che abbellì la struttura con affreschi e decorazioni architettoniche di gusto castellano, come portali, archi, costoloni e colonne.
Varie vicende storiche e naturali hanno danneggiato la struttura originaria, con la perdita di molti elementi. Il Duca Giovannantonio Marzano nel 1418 decise di sopprimere l‘ospedale e la chiesa e di donare questi due edifici con tutti i beni arrivati nel corso degli anni ai monaci agostiniani; in città dal 1388 circa. Tale donazione venne osteggiata dal popolo, ostile al duca, che fondò una nuova chiesa dedicata all’Annunziata nell’area che poi sarebbe diventata piazza XX settembre.
Di proprietà pubblica dagli inizi dell’800, fu sede carceraria fino al secolo scorso, quando si decise di valorizzare il sito con restauri. Oggi, oltre ad ospitare una famosissima biblioteca e sale per eventi, ospita il Museo Civico archeologico. A Sessa Aurunca, con ambiente sociale ricco di Arti liberali, nate dal borgo del nobile vassallo, non poteva mancare un figlio illustre delle Arti liberali, che si interessò anche dell’Anima mundi .
Egli fu Agostino Nifo, figlio di banchiere, studiò all’Università di Padova, dove ne divenne, a solo 28 anni circa, prof. di Filosofia per poi passare a Napoli e Roma. Il suo “In libros Aristotelis De generatione & corruptione interpretationes & commentaria”, pubblicato a Venezia nel 1557 sta a dimostrare la sua arte di comunicare, come pure testimonia la sua connessione al libro “Magiae naturalis sive de miraculis rerum naturalium” di Giovanni Battista Della Porta, 1584 (Napoli, Orazio Salviani, 1589), conservato presso la Biblioteca del Liceo Classico Agostino Nifo di Sessa Aurunca.
Similmente “Mondo Simbolico” di Filippo Picinelli, 1653 (Venezia, Paolo Baglioni, 1678), conservato presso la Biblioteca del medesimo Liceo. Tale noto convitto con liceo classico fu frequentato dal mio conterraneo letinese e quasi coetaneo, Giambattista Cristinzo fu Oliviero, di Letino. mentre io studiavo, negli anni Sessanta, a Piedimonte d’Alife. Ricordo che raccomandò a mio padre, grande amico dei suoi familiari “più possidenti”, di non comprami i fumetti a Napoli perché pieni di errori grammaticali. Poi l’ho rivisto, con il suo amico +Luigi Stocchetti, a Napoli, dove frequentava Medicina e Chirurgia all’Università.
Di Agostino Nifo mi gratifica ricordare la sua vasta cultura, attinta anche da opere arabe nonché da rinomati studiosi dell’Università di Padova. La sua vasta cultura onora anche il convento agostiniano, che si rifà ad Agostino d’Ippona, che adorava il Sole poi si convertì al cattolicesimo frequentando la moglie già cattolica e Milano con il carismatico vescovo. L’Anima mundi nel mio saggio citato, la ricerco non solo in tanti scritti che l’hanno messa a fuoco in senso filosofico e religioso, ma in elementi delle scienze naturali come l’idrosfera con la memoria ancestrale nell’acqua, anche del fiume Lete, o nelle altre tre sfere esistenti: biosfera, litosfera ed atmosfera come la ricerca da decenni il fisico Federico Faggin nei quanti di energia e fotoni della meccanica quantistica. Faggin è pluridecorato in Usa per le sue invenzioni tecnologiciche-digitali, ma è figlio di un prof. di liceo vicentino, che scrisse libri su Plotino. Io, invece, sono figlio e nipote di pastori transumanti letinesi e ho sviluppato, nel mio saggio citato, un intero capitolo di oltre 60 pag. per evidenziare che non solo nei borghi dei vassali nascono le arti liberali ma pure tra i pastori transumanti, che allargavano l’orizzonte tribale conoscendo ambienti naturali e socioeconomici lontani e vi interagivano in modo più totale di qualche figlio e nipote delle arti liberali dei borghesi o abitanti del borgo soltanto.
Non a caso la Transumanza è stata dichiarata dall’Unesco, Patrimonio Immateriale dell’Umanità! A Piedimonte Matese, lo scorso anno, una Assessore che mi venne a conoscere per ripresentare nell’ambiente piedimontese, il mio libro “Piedimonte M. e Letino tra Campania e Sannio”, che poi non si è più presentato nonostante gli auguri digitali dell’Ing. Sindaco, si presentò come figlia di un bancario locale, ma non mi risulta che abbia frequentato anche le università non locali, nè che abbia scritto libri esterni alla sua ma anche mia e di altri, Campania, non più felix da troppo tempo!
La politica, purtroppo, sta allontanando più della metà dei cittadini dal diritto di voto come è successo da poco tempo in Molise. Ci sarà pure una causa? Nel mio saggio Canale di Pace, che in seconda edizione pone meglio in rilievo il primato della culturasulla natura, dedico, di nuovo, molto spazio a Piedimonte col castello ducale dei Gaetani, nel delineare l’evoluzione del cittadino da suddito, che non era messo in condizioni- come servo della gleba- di essere artefice del proprio ambiente o destino. Purtroppo la scuola non sempre compie il miracolo di trasformare il suddito in cittadino come ribadiva l’Onorevole e padre costituente, Pietro Calamandrei, miracolo ribadito anche in aula magna della scuola media di primo grado, accanto alla villa comunale della cittadina di Piedimonte Matese, che ha più piedimontesi immigrati che doc, dop e igt. Ciò è un bene non un male come erroneamente si pensa, viceversa, si penserebbe e farebbe un’altra sceneggiata sull’identità piedimontese più dei decenni scorsi che attuali.
Un mio ex compagno di classe di scyola mediadi secondo grado, piedimontese, diceva che a Piedimonte molti non si interessano della cittadina perchè non vi sono nati! Il pimpante ex compagno di classe, che si interessa, invece, sta molto attento a riverire ed ossequiare i non pochi notabili, quasi come nell’ambiente del medievo, magari toccandosi la punta del cappello, anzi cappellino! Negli Usa come in Canada il calderone di etnie, la scuola frequentata dai più, le eccellenze universitarie, il bipolarismo dei partiti, ecc., permettono un Pil pro capite 4 volte quello italiano del settentrione che quello meridionale ne è solo il 55%. Tale calderone sia pure in piccolo, comincia anche ad esserci in Italia, dove c’è solo un 10% di immigrati, da integrare meglio nel lavoro, l’ambiente produttivo ne ha essenziale bisogno, e a scuola nonchè per previnire il calo demografico eccessivo