PIETRAMELARA. “Non basta però proclamarsi retoricamente per la pace con parole vuote, bisogna praticarla la pace, anche nelle piccole cose”: la commemorazione…

La nota del sindaco Pasquale Di Fruscio in piazza San Rocco Domenica 5 Novembre in occasione della commemorazione dei caduti di tutte le guerre.
La conquista della libertà e della pace a cui ci siamo abituati nel nostro bel mondo patinato non sono acquisiti una volta per tutte, devono essere come una piantina da curare e coltivare ogni giorno, sono conquiste del quotidiano ed in continuo divenire nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nei luoghi della politica, nello sport e nessuno può chiamarsene fuori.
Non basta però proclamarsi retoricamente per la pace con parole vuote, bisogna praticarla la pace, anche nelle piccole cose. Non siamo per la pace se non conosciamo il senso del limite, se facciamo di tutto per innescare liti e contrapposizioni, se lanciamo sui social messaggi pieni di odio. Solo rieducandoci alla civile disponibilità possiamo dire di avere acquisito il merito di non aver cancellato il nostro passato, solo così prendiamo davvero insegnamento dalla nostra storia, ed ha senso rievocare, sebbene con dolore, il sangue innocente delle migliaia di ragazzi versato nei campi di battaglia.
Ed ha senso e significato profondo il gesto di ricordare il dramma della devastazione della guerra, perché così impariamo dalla nostra storia e dal nostro passato. Facciamo assumere allora questo significato alla celebrazione del quattro Novembre, giornata nella quale l’Italia si stringe con riconoscenza intorno alle sue forze armate e, lo facciamo per non cancellare una pagina di storia bensì per celebrare una lezione che la storia ci dà, quella che ci spiegano con pazienza i nostri insegnanti, quella che questa sera ripercorriamo con questi ammonimenti e, se volete con piccoli e bonari rimproveri, i tanti sforzi che hanno fatto i nostri padri costituenti che hanno avuto questo obiettivo: ricordare per non ripetere gli errori, testimoniare perché si abbandoni la violenza come mezzo di risoluzione dei conflitti.
Questa cerimonia avrà senso se le lacrime versate dai familiari dei soldati che oggi commemoriamo, che trepidavano il ritorno dei loro cari dal fronte ed il cui eco di dolore giunge fino a noi, non restino inutili, quel dolore che è scolpito nelle pietre erette ai piedi del monumento sia scolpito anche nelle nostre coscienze di cittadini, genitori, di insegnanti.
Se apriamo i cuori a questi sentimenti il nostro monumento ai cui piedi siamo raccolti cancellerà la memoria della guerra e sarà finalmente il simbolo della vita ed ogni vittima di guerra avrà il volto di Abele. Grazie. >>
Messaggio tratto dal discorso del sindaco Avv. Pasquale Di Fruscio tenuto in piazza San Rocco Domenica 5 Novembre scorso in occasione della commemorazione dei caduti di tutte le guerre.
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