PIEDIMONTE MATESE / ALIFE. Circonvenzione di incapace e fiumi di danaro gestiti dalla Diocesi, rinvio a giudizio per il Vescovo Valentino Di Cerbo: si attende la fissazione dell’udienza preliminare. 894mila euro trasferiti sui conti personali.

alife vescovo di cerboLa difesa si è appellata al tribunale del Riesame di Napoli che ha respinto l’istanza di dissequestro, fatta eccezione per alcuni conti sui quali erano custoditi poche migliaia di euro.

Per la circonvenzione di incapace (un ex prelato) e la gestione di fiumi di danaro (il lascito ereditario dello stesso prete) la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria C.V. ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per S.E. Monsignor Valentino Di Cerbo, Vescovo della Diocesi di Alife – Caiazzo originario di Baia e Latina e che gestisce la Curia da diversi anni. Nel mentre si attende la fissazione dell’udienza preliminare, i fedeli continuano ad interrogarsi su quanto accaduto e sui fatti narrati e “giustificati” dallo stesso Monsignore. Le persone che sarebbero, secondo l’accusa, state coinvolte sono l’ex perpetua del sacerdote Giuseppe Leone, Rosa Cristina D’Abrosca, e il marito, Giovanni Fevola che, sempre secondo l’impianto accusatorio, avrebbero approfittato dell’incapacità dell’anziano prete Leone per far trasferire sui loro conti correnti personali e su quelli della Diocesi di Alife-Caiazzo una ingentissima somma di danaro, circa 894mila euro. La procura ha già provveduto a far sequestrare 450mila euro che erano depositati su conti intestati allo stesso Vescovo Di Cerbo, alla Diocesi ed alle persone indicate. La difesa degli indagati si è appellata al tribunale del Riesame di Napoli, ma quest’ultimo ha respinto l’istanza di dissequestro, fatta eccezione per alcuni conti riconducibili alla perpetua sui quali erano custoditi poche migliaia di euro. Nella disponibilità del vescovo Di Cerbo ci sono 17mila euro, altri 400mila sui conti della Curia, della perpetua D’Abrosca e del marito.

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