ALIFE. “Conversando sulla cipolla in Alife”: sabato 9 agosto presso il Museo Archeologico Nazionale della Città di Alife la presentazione del libro di Rosario Di Lello.
Dal 2010 si è ricominciato a coltivare con interesse questo ortaggio, grazie ad Antonietta Melillo. Dopo due anni di prove e tentativi, è nata nel 2012 la Comunità del Cibo di “Terra Madre” dei “Cannavinari del Sannio Alifano”.
Sabato 9 agosto alle ore 18:30 presso il Museo Archeologico di Alife si terrà la presentazione del libro “Conversando sulla cipolla in Alife” di Rosario di Lello. L’autore è riuscito nell’intento di calare la storia di questo ortaggio in quella della nostra terra, con riferimenti storici, archeologici, geografici, topografici ed anche economici e sociali. Il libro è un trattato sulla storia della cipolla ed è stampato grazie al contributo della Banca Capasso Antonio SpA, sempre attenta al territorio e promotrice di eventi che possano mettere in risalto le tradizioni locali. Il prezioso ortaggio è anche tra i prodotti protagonisti del progetto “Presidio delle Biodiversità dell’Alto Casertano” condotto da Slow Food Campania e Fondazione Slow Food per la Biodiversità, in collaborazione con le Condotte Slow Food “Massico e Roccamonfina”, “Matese” e “Volturno”, grazie alla intuizione del GAL “Alto Casertano” che ha inserito nel proprio Piano di Sviluppo Locale una azione destinata a compiere uno studio efficace per l’individuazione di colture e allevamenti tradizionali a rischio di scomparsa e la selezione di microfiliere locali. Il GAL Alto Casertano ha deciso di sostenere l’attivazione di tale progetto utilizzando i fondi della Misura 412 del Piano di Sviluppo Locale (PSL) Alto Casertano “Giardino di Terra di Lavoro” (previste nel Programma di Sviluppo Rurale Campania -PSR- 2007/2013 – Asse 4 Approccio LEADER). In questa occasione, la Condotta Slow Food Matese proporrà un Test Gastronomico per imparare a conoscere la versatilità di questo prodotto attraverso una serie di degustazioni. La città di Alife vanta una tradizione millenaria legata alla cipolla. Sorprendente l’iscrizione sepolcrale del I sec. d.C., rinvenuta in località Pizzone, dove viene citata una Ceparia Archene. Passando per il Medioevo e arrivando fino al secolo scorso, la cipolla ha sempre fatto parte dell’economia del paese. Le guerre, le forti emigrazioni e il boom economico fecero regredire la coltivazione della cipolla fino alla sua quasi scomparsa. Dal 2010 si è ricominciato a coltivare con interesse questo ortaggio, grazie ad Antonietta Melillo (nella foto). Dopo due anni di prove e tentativi, è nata nel 2012 la Comunità del Cibo di “Terra Madre” dei “Cannavinari del Sannio Alifano”. La cipolla alifana si differenzia dalle altre per il suo equilibrato carattere organolettico: sapida, callosa, dolce al punto giusto e non pungente. Essa è molto apprezzata da ristoratori che l’hanno inserita nei loro menù.
Vi aspettiamo quindi, numerosi come sempre.