ALIFE. Passaggio di consegna Cirioli – Manganelli: un saldo cassa di + 850mila euro conferma il disegno della precedente Giunta di dichiarare il fallimento del Comune alifano.
Il corposo saldo cassa attuale sarebbe stato molto più magro se fossero stati pagati tutti i debiti, anche e soprattutto quelli maturati al dicembre 2016, molti dei quali prodotti proprio durante la gestione Cirioli.
Vero è che è stato superato l’obbligo del pareggio di cassa, per le amministrazioni pubbliche, come è vero che sarebbe opportuno un saldo finanziario positivo, a fine esercizio, ma una sana amministrazione ed un comune virtuoso deve spendere, non risparmiare. Deve realizzare le opere pubbliche e pagarle nei tempi giusti; deve assicurare i servizi essenziali alla cittadinanza e liquidarli secondo legge; deve pagare gli stipendi ai dipendenti nei termini. Insomma, meglio un’amministrazione che non fa mancare nulla ai cittadini, e chiude con un saldo cassa “zero”, se non lievemente positivo (o negativo, ci sono per questo le anticipazioni di tesoreria), che un’amministrazione che non fa, non produce, non paga i debiti, ma si vanta di aver prodotto un lascito. Chiuderebbe con un saldo cassa positivo di oltre 800mila euro la “sciagurata” amministrazione ultima che ha governato il paese per poco più di un anno in città, dopo aver ereditato un saldo cassa positivo dall’amministrazione Avecone di 481mila euro, ma negativo per i due mesi di gestione commissariale ad opera della Manganelli stessa (400mila euro). Nelle intenzioni dei soli 5 consiglieri di maggioranza (Cirioli, Sasso, Di Caprio, Pece e Zazzarino), che nulla hanno lasciato in eredità alle alifane ed agli alifani (in termini di opere realizzate e/o programmate), se non un carico di tributi al massimo consentito dalla legge (le conseguenze del dissesto), è stato chiaro fin dall’inizio l’intendo di portare il Comune di Alife al fallimento, con la dichiarazione di dissesto finanziario deliberata prima in giunta esecutiva, e dagli stessi attori anche in consiglio, qualche mese dopo. Difatti, il corposo saldo cassa attuale sarebbe stato molto più magro se fossero stati pagati tutti i debiti, anche e soprattutto quelli maturati al 31 dicembre del 2016, quelli che dovrebbero rientrare nella massa passiva del dissesto, molti dei quali prodotti proprio durante la gestione Cirioli (in carica dal 6 giugno 2016). Ma siccome l’obiettivo, all’insaputa dei restanti consiglieri di maggioranza del gruppo “Uniti per Alife” (Santagata, Giammatteo, Di Lauro e Meola), come pure dei consiglieri di minoranza del gruppo “Toro per Alife” (Vitelli, Visone, Palmieri e Gianocchio), era la dichiarazione di dissesto, sono state soddisfatte solo le obbligazioni ultime, quelle sorte nel 2017, tralasciando quelle dell’anno 2016, questo in spregio alle norme di legge, che vogliono che siano soddisfatte le obbligazioni in ordine temporale, e trascurando le giuste rimostranze dei fornitori dell’Ente, che lamentavano i ritardi alle liquidazioni delle forniture, di beni e servizi, al comune alifano.