ALIFE. Quando le norme giuridiche lasciano spazio all’improvvisazione ed alla superficialità: la nomina (saltata) della Commissione Ambientale.

Ma la sindaca cosa fa: ignora la crisi di maggioranza ed invita tutti ad una pizza in un noto locale cittadino. Così come aveva ignorato la crisi di maggioranza in occasione delle dimissioni (da capogruppo di maggioranza) della consigliera Alessandra Pasqualetti. Imbarazzante!!!

La nomina della Commissione Ambientale era il tema “principe” dell’ultima seduta di consiglio comunale, quello di ieri all’ora di pranzo (quando non si è voluto spostare l’assise ad un’orario più comodo per la cittadinanza, in modo da dare la possibilità a quante più persone possibili di prenderne parte, viste anche le richieste delle minoranze). Ebbene, sulla nomina di suddetta Commissione la (ormai ex) maggioranza di “Rinascita Alifana” è miseramente caduta, arrendendosi alle spietata legge dei numeri: consiglio rinviato per mancanza del numero legale. Ma facciamo qualche passo indietro. La normativa, in materia, parla chiaro: dal Decreto Legislativo n. 42 del 2004 e successive modifiche, la Regione Campania ha disciplinato l’istituzione e il funzionamento delle commissioni per il paesaggio con proprie leggi (la n. 10 del 1982 e la n. 16 del 2004, anche se alcune norme risultato ora abrogate dalla legge regionale n.1 del 2011). Ed al fine di ovviare alla vacatio legis verificatasi a seguito della citata abrogazione e di consentire ai Comuni l’esercizio della delega loro conferita in materia di rilascio dell’Autorizzazione Paesaggistica, lo stesso Ente regionale ha diramato una “circolare esplicativa”, sempre nel 2011, specificando che: “… l’avvenuta abrogazione dei commi 2 e 3 dell’art. 41 della L.R. n. 16/2004 non modifica il regime della delega già conferita ai comuni della Campania, inerente la funzione amministrativa attiva volta al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica …” e che i Comuni per poter continuare ad esercitare la funzione regionale loro conferita, devono costituire, con deliberazione del Consiglio la Commissione Locale per il Paesaggio (C.L.P.) ex art. 148 del D. Lgs. 42/2004, costituita dal Responsabile Unico del Procedimento (il Presidente, ndr) nonché da cinque membri esperti in materia di beni ambientali, in particolare: beni ambientali, storia dell’arte, discipline agricolo-forestali, naturalistiche, storiche, pittoriche, arti figurative e legislazione beni culturali. Qui il punto di discordia nella seduta dell‘Assise civica di ieri ad Alife: per la nomina dei membri esperti ogni Consigliere può esprimere un solo nominativo, si ribadisce, un solo voto; tali membri vanno rinnovati ogni tre anni ed i medesimi non possono essere nominati per più di due volte consecutive; ovviamente poi, i membri da nominare non dovranno essere dipendenti o amministratori del Comune; la deliberazione consiliare di nomina di tali componenti dovrà riportare l’annotazione, per ciascuno di essi, della materia in cui è esperto. Al Comune di Alife la maggioranza in carica, voleva sovvertire la legge e fare di testa propria. Spieghiamo meglio. Si voleva consentire che in ogni votazione (5 per quanti sono i membri da nominare) ogni consigliere comunale votasse, in barba alle disposizioni regionali che dicono, invece, tutt’altro. Cioè, ogni consigliere ha diritto ad uno, ed un solo voto, e non 5 per ogni commissione. Da qui l’imbarazzo della maggioranza, la chiarificazione di alcuni di loro, con le dovute precisazioni. Quindi la sospensione della seduta. La maggioranza si riunisce (senza la Pasqualetti e senza la Di Muccio) ed, al rientro in aula, assurdo sull’assurdo, si mette a votazione la modalità di voto. L’uscita dall’aula dei predetti due consiglieri, oltre ai 4 componenti le minoranze (Cirioli, Di Caprio, Guadagno e Macchiarelli), è giustificato da esplicite norme regionali che parlano abbastanza chiaro. A quel punto anche il componente l’esecutivo (Palmieri, ndr), partecipa a questa votazione, che era e rimane “carta straccia” poichè non ha nessun valore: consigliere Palmieri parente di un candidato da votare (Sansone Giuseppe, ndr) e per questo non poteva partecipare alle operazioni di voto. Difatti dopo l’ininfluente votazione sulle modalità di voto, lo stesso Palmieri esce dall’aula facendo, nei fatti, cadere il numero legale. Risultato: 6 dentro (la sindaca Di Tommaso, Delli Veneri, Ginocchio, Morelli, Simonelli e Zazzarino) e 7 fuori. Mente si consuma un’altra pagina buia per il Comune di Alife, per la maggioranza è “tutt’a ‘post”: tutti a cena per una pizza insieme (solo i 6, ovviamente).

 

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  1. Ottobre 20, 16:58 Domenico

    Meno male che durante la campagna elettorale, ad ogni comizio, si vantavano che in quella lista c’erano avvocati, giudici, professionisti con conoscenze su tutto lo scibile umano, che per tutte le volte che è stato ripetuto alla fine risultava persino stucchevole.
    Figuriamoci se erano ignoranti.

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  2. Ottobre 20, 15:56 Bicienzo

    Per la serie: “l’orchestra suonava mentre il Titanic affondava.”
    Viene spontaneo porsi una domanda : “Ci sono o ci fanno?”
    Quello che sorprende è il fatto che ci sono 2 avvocati e mezzo nella maggioranza. L’esame di diritto amministrativo non c’era nel loro piano di studi?

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