PIEDIMONTE MATESE / ALIFE. Anche l’’Ambiente del Sannio attira molti soldi, Falcone ammoniva: ”La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano”.
Diceva ed ammoniva Giovanni Falcone:“Basta seguire i molti soldi e si scopre la presenza della mafia”.
di Giuseppe Pace
Anche nell’ambiente sociale del Sannio in generale ed Alifano in particolare potrebbe crescere l’azione malavitosa della criminalità organizzata? Perché no. Per quest’ultimo lembo di Sannio casertano lo testimonierebbero le inchieste frequenti della Magistratura, le percepite e diffuse parcelle esose di alcuni professionisti del sottobosco clientelare politico (nonostante il coraggio di qualche media che lo fa sapere), gli appalti sofisticati oppure oliati da mazzette sotto il filare di mozzarelle, i pochi e soliti personaggi che parlano di cultura molto lontana dal tempo presente (alcuni fanno ingetta di cariche onorifiche da oltre un decennio), la non chiara distinzioni di ruoli tra poteri democratici civili e religiosi, il potere arbitrario di presidi che richiamano i docenti “svegli”, le raccapriccianti nomine nei carrozzoni clientelari di enti pubblici e semipubblici dove infilano parenti, ecc.. A Bojano poi i 30 milioni di deficit municipale e le molte banche in città non sono segnali rassicuranti. La distinzione tra male e bene deve essere sempre il fine educativo in famiglia come a scuola e nella società più vasta degli adulti. L’illecito non può essere premiato, ma va prevenuto e punito, viceversa cosa può dire il docente al discente: “è tempo di lupi!. In Campania, soprattutto, fenomeni come la Camorra sono ancora i crescita? Pare di si. Essi alle attività tradizionali di piccoli commerci di carni, tessuti, attrezzi, associano anche l’usura e il riciclaggio di denaro sporco. Si stima che i flussi di denaro illecito in Italia siano mediamente superiori al 10 per cento del PIL, per cui sono suscettibili di generare gravi distorsioni all’economia legale, alterando le condizioni di concorrenza e i meccanismi di allocazione delle risorse. Tutelare il sistema economico significa, in primo luogo, impedire il reinvestimento nel processo produttivo delle ingenti somme di capitali “sporchi” prodotti dalla criminalità organizzata, intercettandoli nel momento del loro contatto con il sistema bancario e finanziario. Da qui deriva l’importanza strategica della lotta al riciclaggio dei proventi criminali, specialmente nell’attuale momento storico in cui la crisi finanziaria internazionale ha portato la criminalità ad affinare la propria attitudine ad infiltrarsi nel tessuto economico legale, per acquisire a basso prezzo imprese in difficoltà economica e rendere sempre più pervasiva la sua presenza sul territorio. A volte sconcerta come in aree non ricche sorgano molte piccole banche e a nord del Matese ciò appare ben evidente. Non sorprende leggere la ricca cronaca camorristica dell’ambiente sociale ed economico napoletano e salernitano ma anche dei territori molisani, casertani mentre più ridotta appare la presenza nei territori beneventani ed avellinesi. Diceva ed ammoniva Giovanni Falcone: ”Basta seguire i molti soldi e si scopre la presenza della mafia”. Il Mezzogiorno è afflitto da troppo tempo dei mali tipici di mafia, camorra, ndrangheta ecc. e lo Stato non pare che brilli nel prevenirli, né ben punirli anche se è continua la cronaca di arresti e inquisizioni. In Campania brillano le menti dei meridionalisti del passato, ma oggi impera l’opacità nel cercare una via maestra per la crescita del reddito dei residenti. Eppure il territorio costiero e pianeggiante di Caserta e del retroterra è ricco di opportunità di lavoro in tutti i settori economici con prevalenza del primario- vedi allevamento di bufale per le note mozzarelle- e terziario: agricolo, agroturistico, enogastronomico, turistico. Ad Alife ad esempio il ricco patrimonio archeologico come l’anfiteatro, il museo, il criptoportico, le tombe e le necropoli dell’epoca sannitica, romana e medievale. non attira un flusso sufficiente ed apprezzabile di turisti. Il meridionalismo piagnone, che spesso esprime una piccola borghesia nostrana e del mondo dell’intellighenzia di facciata, sta causando più danni della Camorra stessa poiché indica nel Settentrione le cause degli attuali mali meridionali, invece il meridionalismo non piagnone come quello di Carlo Maranelli, F. Compagna, ecc. indica nella classe politica meridionale le responsabilità dei propri ritardi rispetto al Nord. Quando la seconda schiera di studiosi diventerà meno elitaria? Per ora impera la prima. La cosiddetta “Terra dei Fuochi” non fu voluta dal Nord ma dalla malavita locale con connessioni varie poiché nessuno sapeva né controllava l’evidente fenomeno. Ora si parla, invece, della necessità di un ente nazionale con dipendenti pubblici per lo smaltimento dei rifiuti tossici. Sono passati oltre 10 anni dalle prime condanne per occultamento di rifiuti tossici nella terra dei fuochi. Il rifiuto, proprio perché è uno scarto, vale poco o niente e non ha valore economico, tranne che per le materie riciclate o secondarie come carta, metalli, ecc. hanno valore dopo il riciclaggio. Per la plastica spesso costa più riciclarla, che bruciarla in un inceneritore. Conviene riciclarla se si dà valore alla mancata produzione e rilascio nell’ambiente della diossina prodotta dalla combustione, ma questo è un altro discorso. I rifiuti tossici o speciali non hanno valore perché sono pericolosi e con costi altissimi di riciclaggio. Lo Stato obbliga le aziende che li producono a sostenere dei costi sulla quantità, per lo smaltimento. L’imprenditore, per la legge empirica del mercato, dice che bisogna produrre al minor costo possibile al fine di ottenere il massimo profitto. Fanno eccezioni le imprese cooperative, come una supernota Coop che pubblicizzano molto il riciclaggio della plastica. Alla fin fine l’imprenditore fa quattro calcoli e, calcolando anche le sanzioni (troppo leggere per chi abbandona rifiuti nell’ambiente), decide di smaltire in proprio i rifiuti. Poi se trova la compiacenza di organizzazioni criminali come la Camorra che gli forniscono il servizio completo, ancora meglio. Ricordate la scena di Toni Servillo nel film Gomorra quando tratta con gli imprenditori milanesi e con un po’ di ironia alla fine dice: “…per correttezza di informazione, i vostri rifiuti tossici finiranno nelle discariche e nelle terre di Marcianise e Mondragone…”. Ed è proprio quello che è successo, d’altra parte Gomorra film e Gomorra libro hanno attinto le notizie da fonti giudiziarie. Ma oggi ad oltre 10 anni dalle prime condanne per abbandono di rifiuti pericolosi nell’ambiente e a poco meno tempo da “Gomorra” cosa è cambiato? E’ vero che molta gente ha preso coscienza ed ha iniziato a protestare, ma per lo Stato non è cambiato nulla: nessun inasprimento sostanziale delle pene per chi abbandona rifiuti tossici, nessuna legge speciale e sopratutto le aziende devono sostenere ancora dei costi alti per smaltire rifiuti. Anche i privati sono costretti, vedi il caso dello smaltimento dell’amianto nelle abitazioni private, a sostenere costi alti per lo smaltimento. Per paradosso può essere arrestato il “ferrovecchio” che raccoglie ferraglie o chi trasporta una lamiera di amianto dalla propria casa ad un centro di raccolta e non l’imprenditore milanese i cui rifiuti sono stati trovati sepolti a Casal di Principe. L’attuale Governo, Giallo-Verde, con molti parlamentari campani, soprattutto penta stellati, potrebbe meglio di prima risolvere i problemi causati dalla Camorra e non solo nell’ambiente della Terra dei Fuochi. Riuscirà a vederli meglio oppure, come in passato, i politici penseranno solo a rimpinguare i loro lauti stipendi con annessi e connessi? Intanto le corruzioni e le mafie crescono nel controllare il territorio italiano ed europeo con catene di prestanomi, come in Germania e Olanda, dove chiamano alcune pizzerie italiane “coca-pizza e amburg-mafia”! La camorra storicamente una volta era diffusa nell’agro aversano legata al controllo del mondo agricolo, in particolare nella zona dei Mazzoni, ossia uno specifico territorio del casertano tra i bacini del Volturno e dei Regi Lagni La camorra agraria nasce per imporre la sorveglianza alle aziende agricole, con la cosiddetta, “guardianìa”, con le mediazioni nelle transazioni agricole e con le estorsioni sui mercati agricoli. L’organizzazione, con il tempo, si era poi gradualmente interessata all’attività edilizia. E nel settore edile che essa si insinua con ditte, prestanomi e vince spesso appalti con la Pubblica Amministrazione oppure fa incetta di subappalti. I soldi già giunti dopo il terremoto ultimo sia alle chiese terremotate che alle scuole non sono pochi, come anche per lo smaltimento dei rifiuti (vedi l’inchiesta “assopigliatutto” che però ha coinvolto una ditta del Sannio Alifano) ma appalti di modernizzazione di enti consortili ecc. fanno gola alla camorra sempre più e la guardia non va abbassata. Bene è ricordare e ribadire ciò che disse il Magistrato, Giovanni Falcone, a Rai 3 il 30 agosto 1991: ”La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano, e come tutti i fatti mani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”. La veronese Gigliola Cinquetti, nel raccontare oggi per TV il legame di amicizia che legava il marito giornalista e il comune amico Enzo Tortora, ha parlato di carenza democratica tutt’ora in Italia. E’ da condividere perché la Democrazia non si eredita, ma si costruisce giorno per giorno con l’esempio e soprattutto senza parlare, formalmente, bene e razzolare male. Già in altro articolo ho riferito della” Sfiducia nelle istituzioni a Nord-Est al 10%, al Sud 40% e nel Sannio Alifano?”. Nel nostrano Mezzogiorno poi è ancora più difficile distinguere il bene dal male per le molte attenuanti causate da povertà diffuse di vario genere e dal lavoro che manca soprattutto se cercato con la lanterna della meritocrazia. Là, l’ascensore sociale sembra essere più bloccato di altrove.