RAVISCANINA. “Basta con le bugie”: il Sindaco Anastasio Napoletano smentisce il consigliere di opposizione, Daniele De Balsi, autore di un manifesto in cui si attacca l’amministrazione comunale di sperperare danaro pubblico.

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“Rinfresco preparato a mie spese. Colgo l’occasione, pertanto, per invitare il Consigliere De Balsi e, chiunque volesse prenderne visione, a recarsi presso la Casa Comunale per esaminare tutti gli atti amministrativi riferiti alla manifestazione in oggetto”.

Care cittadine e cari cittadini,
mi sento di darvi pubbliche spiegazioni, dopo le ennesime bugie che il Consigliere De Balsi mi rivolgeva nel corso della Manifestazione per le Celebrazioni del quattro novembre , spostate al sette novembre, per valide motivazioni.
Il Signor Daniele De Balsi, in tale occasione, con atteggiamento provocatorio, propagandava un manifesto, in cui evidenziava lo sperpero, a suo dire, di denaro pubblico per l’allestimento di un piccolo rinfresco offerto ai partecipanti, dopo la cerimonia.
Tengo a precisare che provvedevo a mie spese a preparare il rinfresco. Colgo l’occasione, pertanto, per invitare il Consigliere De Balsi e, chiunque volesse prenderne visione, a recarsi presso la Casa Comunale per esaminare tutti gli atti amministrativi riferiti alla manifestazione in oggetto.
L’atteggiamento tenuto dal Consigliere De Balsi, durante la manifestazione del sette novembre, è stato INDECOROSO sia in considerazione della carica che riveste sia per le scolaresche presenti, nella consapevolezza che i GIOVANI si educano soprattutto con l’ESEMPIO.
Stanco per il comportamento fazioso e denigratorio del Consigliere De Balsi, lo invito a un’opposizione fattiva, sana e consapevole, richiesta, a mio avviso, dal particolare momento che la Nostra Comunità sta vivendo , nell’interesse di questo paese che non merita né ULTERIORI strumentalizzazioni né ulteriori BUGIE né ULTERIORI sterili polemiche.
L’attuale Amministrazione si è fatta carico di scelte impopolari, grazie all’eredità raccolta da una passata gestione, scellerata e irresponsabile, del BENE COMUNE .
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Il Sindaco
Dott. Anastasio Napoletano

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  1. Novembre 15, 16:36 Il fustigatore

    Caro professore Melillo, ma che cachio dici? Si sarebbe potuto fare un piano di rientro, così come ha fatto Pratella; chiedere un aiuto allo Stato come ha fatto S.Angelo d’Alife (1.200.000 euro ricevuti); si poteva trattare con i creditori il loro debito e chiudere con ognuno di essi con una anticipazione di cassa.E’ ingiusto aver gravato i cittadini a pagare il massimo delle tasse in una realtà povera e non sviluppata.Già, ma il Napoletano non se nè fregato perchè le sue proprietà le tiene altrove e per quelle che ha a Raviscanina paga le tasse a metà…..

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  2. Novembre 12, 11:34 Antonio Mario Melillo

    Arrivare al dissesto del Comune è,sempre, una scelta dolorosa ,sia in termini economici che morali. E diciamo anche elettorali. Arrivarci,e responsabilmente, significa che non c’è più un filo d’erba a cui aggrapparsi. Che sono state valutate tutte le possibilità in termini di entrate,siano esse derivanti da liquidità(non però da anticipazioni di cassa), che da vendita di beni.Arrivarci significa sapere che non possono assicurare i servizi essenziali, con il personale non bisogna superare una determinata percentuale(riferito alla spesa) ecc.ecc. Arrivarci significa che ,chi stava amministrando(non ieri o l’anno scorso) non ha saputo cogliere i campanelli d’allarme che, tecnicamente .ci sono stati. A tempo opportuno l’amministrazione avrebbe potuto /dovuto pensare al pre-dissesto(parliamo di 3-4 addietro),con l’invio alla Corte dei C. della documentazione prevista. Certo avrebbe dovuto aumetare le tasse al massimo livello, avrebbe dovuto contenere la spesa del personale, in compenso poteva, addirittura ,ricevere dei contributi.
    Oggi si ritrova con le condizioni negative del dissesto ma senza poter usufruire delle condizioni positive del pre-dissesto. Questa situazione carica sulle spalle dell’amministrazione corrente un peso che è costretto a portare e che,a pagare, sono i cittadini sia dell’una che dell’altra sponda. Ma la dichiarazione di dissesto non è un albero che cade all’improvviso e ti ostruisce il passaggio e ti manda a sbattere. Il dissesto parte da lontano. E’ lampante che ognuno,nel passato non quello remoto soltanto ma anche prossimo, non ha saputo(o voluto?) cogliere i segnali. C’è chi ha seminato male e chi, suo malgrado, è costretto a raccogliere frutti non suoi. E’ perfettamente inutile guardare la pagliuzza nell’occhio di un altro se non si ha il coraggio di guardare la trave nel proprio occhio. Vivo in un comune dissestato. E mi ha fatto capire quanto ho espresso. Non parlo di mala fede. Di superficialità sì. E,oserei dire, che mai come in questo momento sarebbe opportuno e apprezzabile, dai cittadini, unità e non banali e sterili contestazioni.

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  3. Novembre 12, 11:19 Antonio Mario Melillo

    Arrivare al dissesto del Comune è,sempre, una scelta dolorosa ,sia in termini economici che morali. E diciamo anche elettorali. Arrivarci,e responsabilmente, significa che non c’è più un filo d’erba a cui aggrapparsi. Che sono state valutate tutte le possibilità in termini di entrate,siano esse derivanti da liquidità(non però da anticipazioni di cassa), che da vendita di beni.Arrivarci significa che non possono assicurare i servizi essenziali, con il personale non bisogna superare una determinata percentuale(riferito alla spesa) ecc.ecc. Arrivarci significa che ,chi stava amministrando(non ieri o ,l’anno scorso) non ha saputo cogliere i campanelli d’allarme che, tecnicamente ci sono. A tempo opportuno l’amministrazione avrebbe potuto pensare al pre-dissesto(parliamo di 3-4 addietro)

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