Bojano. Omaggio degli Alpini di Montreal al chimico Domenico Chiovitti di Bojano

Il Matese nord è terra d’Alpini, che alla sfilata di Udine del 23 cm. allietava parte dei 70 mila Alpini con la sua banda.
di Giuseppe Pace – Circolo Ragno di Bojano
Domenico Chiovitti è nipote, chimico e scienziato in Canada, decorato dalla Regione Molise per avere scoperto nuovi settori applicativi di polimeri organici alla produzione di pneumatici, mi riferisce Anacleto Goffredo del Pinto, cittadino onorario di Bojano, rimpatriato a Scoppito (AQ). Qualche notizia sul personaggio bojanese d’origine, la trovo utile per ricordarne il nonno omonimo pure emigrato e morto utracentenario in Canada. Il Chimico, Domenico Chiovitti, è iscritto alla Sezione Nazionale Alpini del Canada che lo ha omaggiato con la foto, allegata. Suo nonno, Domenico era nato nel 1883 nato a Civita di Bojano e nella Grande Guerra fu Alpino sulle Alpi.
Fatto prigioniero dei tedeschi Alla disfatta di Caporetto, fu prigioniero in Galizia per poi tornare, quasi a piedi, fino a Bojano, dove nel 1918 riabbraccio moglie e tre figli piccoli, che non avevano più notizie dalla prigionia. Nonno Domenico Chiovitti, come Alpino, ebbe un encomio dai suoi superiori gerarchici per saper accendere il fuoco sulle innevate e freddissime cime alpine, dove gli Alpini in armi si riscaldavano anche sulle canne surriscaldate dei cannoni. Pochi sanno che il decreto che istituì il corpo nazionale degli Alpini fu firmato dal re a Napoli.
Il Matese nord è terra d’Alpini, come il vicino Abruzzo, che alla sfilata di Udine del 23 cm. allietava parte dei 70 mila Alpini con la sua banda. Interessante culturalmente è stato vedere sfilare gli Alpini a Udine, territorio alpino per eccellenza a due passi dalle maestose Alpi come si vedono dal loggiato dello storico castello udinese intorno al quale le arti liberali formarono i primo cittadini dai sudditi o servi della gleba del vassallo. E’ stata una sfilata di orgoglio nazionale, senza le solite divisioni ideologiche messe in essere dal partitismo deleterio.
Il motto degli Alpini è “onorare i morti in guerra aiutando i vivi” e lo dimostrano bene nelle varie missioni. Fa un certo effetto benefico vedere la presenza a Udine della prima donna italiana, On. Giorgia Meloni, come primo ministro della Repubblica nata dalla lotta al nazifascismo, che tutti i democratici contrari alle dittature, anche quelle del comunismo, vollero. Nella sfilata vi erano pure reparti di Alpini donne, segno dei tempi che cambiano i ruoli sociali. Udine ha ospitato la 94a Adunata nazionale degli Alpini con il tradizionale alzabandiera, la successiva sfilata e il passaggio della “Stecca” da Udine a Vicenza cui toccherà l‘organizzazione della manifestazione delle Penne Nere del 2024.
Il Friuli Venezia Giulia ha accolto gli Alpini sia nei giorni antecedenti la sfilata con il tradizionale folklore, sia nel giorno clou della sfilata da piazzale Osoppo a piazza Primo Maggio e via Piave. L’ordinata adunata degli Alpini a Udine, città di 97 mila residenti, ha visto sfilare 70 mila penne di colore nero per i militari e sottufficiali, rosse per gli ufficiali e bianche per ufficiali dello stato maggiore. Udine ha ben accolto delegazioni di Alpini anche provenienti dal lontano Canada, terra d’emigrazione da tutta l’Italia. L’Università di Udine ha un centro studi internazionali che cura le relazioni con il Canada per stimolare e promuovere la lingua e la storia dei tanti friulani emigrati in quel promettente Paese, dove hanno potuto godere di migliori opportunità di lavoro e di vita democratica con ottimo sistema universitario. Ho ammirato dell’Università di Udine gli avvisi evidenziati davanti le biblioteche e al palazzo del sede del Rettore, centrale e storico con impronta geniale dell’Arch. Andrea Palladio.
Tali messaggi edificanti sono per combattere l’ignoranza e i luoghi comuni: “Università di Udine. Hic sunt futura”, “l’Università accende passione, coraggio e curiosità” e “Libera da ignoranza e pregiudizi”. Credo che sia una buona promozione perché tra le prime 100 università mondiali l’Italia non c’è, prevalgono quelle anglofone, fuori dall’Unione Eurropea. In territorio udinese, a Chiusaforte, presso la Caserma Zucchi, vi è un interessante museo, unico al mondo, dedicato alla Guerra Fredda, dove si organizzano rievocazioni storiche e aperture di ex presidi militari. La Guerra Fredda, sancisce, di fatto, la pace mondiale da 78 anni. Dunque la pace è basata sul terrore delle armi atomiche. Le varie guerre locali (Corea, Cuba, Vietnam e quelle in corso in Siria, Sudan, ecc.) non hanno destato allarme grave, come l’attuale guerra d’aggressione della Federazione Russa alla vicina Ucraina. Il mondo attuale, con 203 Paesi, è diviso in due blocchi contrapposti, che non danno speranza di Pace, ma solo d’equilibri più avanzati.
Nel mondo delle democrazie più mature esiste il diritto del cittadino non più suddito, nelle altre democrazie, cosiddette popolari, non esiste ancora il cittadino ma il suddito di uno stato con monopartito e dittatoriale. La Cina non fa eccezione anche se sembra avere una diplomazia più ancorata ad una millenaria storia come da me delineata nel libro dedicato “alla Cina postcomunista”, Amazon,libri.it. La Cina, per ora, ha detto all’Ucraina che non armerà la Russia! Intanto fa il braccio di ferro con gli Usa per annettere Formosa con le sue industri elettroniche d’avanguardia qualitativa nel campo digitale. Forse molti ignorano che in tutte le dittature con monopartito non esiste il cittadino ma il popolo da guidare con un solo uomo, neanche donna, al comando. Speriamo in un cittadino con visione meno provinciale, più artefice del suo ambiente e che dia valoreal primato della cultura sulla natura come ho ribadito nella seconda edizione del mio saggio ambientale “Canale di Pace…”, Amazon,libri,it di cui esiste in commercio solo la versione kindle, quella cartacea seguirà.