Caserta / Provincia. Confiscati 10milioni di euro ai fratelli Vassallo, condannati in I° grado per disastro doloso aggravato dal “metodo mafioso”.
Patrimonio composto da 44 immobili a uso commerciale e abitativo, 13 ettari di terreno, 7 orologi di prestigio, 900.000 euro in disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro.
Nei giorni scorsi, i finanzieri della Compagnia di Marcianise hanno eseguito un provvedimento di confisca di beni per un valore di circa 10 milioni di euro emesso dal Tribunale di Napoli nei confronti dei fratelli VASSALLO Antonio, VASSALLO Nicola e VASSALLO Salvatore di Cesa (CE), imprenditori condannati in primo grado dallo stesso Tribunale alla pena di anni sei di reclusione, e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, per il reato di disastro doloso continuato, aggravato dal c.d. “metodo mafioso”. Le indagini, svolte a suo tempo sotto la direzione della Procura della Repubblica di Napoli, avevano consentito di accertare che i fratelli VASSALLO, attraverso la società NOVAMBIENTE S.r.l. a loro riconducibile, erano riusciti a smaltire illegalmente un’ingente quantità di rifiuti, anche tossici e pericolosi, conferendoli in numerose discariche abusive, tra cui la nota “Cava Giuliani” di Giugliano in Campania (NA), provocando gravi danni ambientali alle aree circostanti, parte delle quali adibite a intense coltivazioni agricole. Il tutto era stato realizzato, secondo quanto riferito anche dal collaboratore di giustizia Gaetano VASSALLO, sotto l’egida e il controllo della camorra e, in particolare, del gruppo criminale capeggiato da BIDOGNETTI Francesco, detto Cicciotto ‘e Mezzanotte, capo dell’omonima fazione federata al clan dei CASALESI, il quale aveva ottenuto in cambio una parte dei profitti illegali maturati nel tempo, così assicurandosi una cospicua fonte di finanziamento illecito. I paralleli accertamenti economico-finanziari disposti dai magistrati della DDA partenopea ed eseguiti dai finanzieri, grazie anche all’utilizzo dell’applicativo “MOLECOLA” realizzato dal Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), avevano consentito di ricostruire in capo agli indagati le rispettive dotazioni patrimoniali e di dimostrarne la loro presumibile origine illecita in ragione dell’accertata condizione di sproporzione rispetto alle disponibilità ufficiali. Il conseguente sequestro preventivo adottato nel 2008 dal Giudice delle indagini preliminari è stato recentemente confermato in toto dal Tribunale il quale ha così disposto la confisca di un ingente patrimonio composto da 44 immobili a uso commerciale e abitativo, 13 ettari di terreno, 7 orologi di prestigio, 900.000 euro in disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro.