Caserta / Provincia. Impianti di rifiuti bruciati e traffico di spazzatura, le strane connessioni con la Lombardia: arrestati imprenditori del settore.

Articolato processo avrebbe interessato circa 37mila tonnellate di spazzaatura per un giro d’affari di svariati milioni di euro.

A S. Maria C.V., Marcianise, Caivano, Casalduni bruciavano impianti per il trattamento dei rifiuti, stir, siti di stoccaggio, proprio nel mentre in Lombardia andava a fuoco un sito di raccolta ecoballe. Tutto succede in un arco temporale tra l’estate e l’autunno scorso, tanto da insospettire gli inquirenti della Dda del capoluogo lombardo che avviò immediate indagini che hanno portato all’arresto di diverse persone, tra cui sono direttamente in carcere, quattro ai domiciliari e tre all’obbligo di dimora nel comune di residenza. Il blitz, eseguito dalle squadre mobili di Milano e Caserta, è la naturale conclusione dell’inchiesta denominata “Venenum”, ed ha interessato pure gli imprenditori di Maddaloni Pietro Ventrone, 34enne ed il fratello Luciano, 36 anni, amministratore legale di importanti aziende di trasporto, la Gea Log Srl e la Waste Solution Srl. Secondo il giudice, grazie anche all’ausilio di intercettazioni telefonichem, erano “consapevoli” di depositare “munnezza” presso siti non autorizzati. In pratica, gli stessi facevano affari sui rifiuti danneggiando l’ambiente senza alcuno scrupolo, servendosi di capannoni siti in diverse località lombarde per dapprima stoccare quelli raccolti in Campania, quindi bruciarli. Incameravano dopo tutto ciò un guadagno netto, senza alcun passaggio pertanto nei siti per il loro trattamento. Questo articolato processo avrebbe interessato circa 37mila tonnellate di spazzatura per un giro d’affari di svariati milioni di euro. Al loro servizio anche un tale Aldo Bosina, amministratore di un’altra impresa del settore, indagato anche per calunnia perché “pur sapendolo innocente, cercò di far ricadere la colpa della gestione illecita di rifiuti su un dipendente straniero della società”. Ma è lui che spiega alla segretaria, mentre è intercettato, come sbarazzarsi del computer contenente dati compromettenti buttandolo in un bosco, dove poi sarà trovato dalla polizia. Da altra intercettazione telefonica poco giorni prima dell’incendio al sito milanese di Chiasserini, parla di : “va tutto bene, faremo il botto”.

Stampa

comment Nessun commento

Sii il primo a lasciare un commento alla notizia

mode_editLascia un commento

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.

menu
menu