De Girolamo, la Finanza indaga sul Ministero dell’Agricoltura. Un pacco di soldi che non sempre finiscono a destinazione, mentre chi zappa veramente la terra aspetta ancora qualche credito.
Tra fondi PAC, contributi elargiti ai coltivatori diretti ed allevatori di bestiame, fondi Agea e società satelliti un fiume di danaro dalla CE arriva in Italia: negli ultimi 7 anni 8,9 miliardi di euro. Ma a chi? L’inchiesta della magistratura, tra padre dell’attuale Ministro (Nunzia, nella foto a sx, ed il padre Nicola, nella foto a dx), ex fidanzati e Generali delle Finanza scelti come controllori ma indagati loro stessi.
Verifiche dettagliate e continue ispezioni della Guardia di Finanzasta stanno setacciando le carte del Minitero delle politiche agricole e forestali alla ricerca di indizi che possano portare alla conclusione delle indagini: sotto la lente degli agenti i destinatari dei fondi dell’agricoltura concessi dalla Comunità Europea per i produttori nostrani. Si stanno acquisendo documenti, fatture, mandati di pagamento, verbali di gare d’appalto, non solo al Ministero dell’Agricoltura ma anche all’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura che ha il compito proprio di erogare i fondi. Il sospetto è che un’associazione a delinquere abbia lavorato sotto banco fino adesso per ingannare l’Unione europea frodando quattrini. AL vaglio i PAC, i contributi destinati a sostenere chi in Italia è coltivatore diretto ed allevatore di bestiame, dalle mucche da latte, alle bufale, alle pecore, alle capre, ai suini, cavalli e quant’altro. Le cifre sono esorbitanti: basti pensare che dal 2007 allo scorso anno 2013 sono arrivati dalla CE qualcosa come 8,9 miliardi di euro. Solo lo scorso mese di novembre 2013 sono stati ripartiti i fondi del periodo 2014-2020, ed all’Italia sono state assegnate quote per 44 miliardi. Ed è proprio il nostro Ministero diretto da Nunzia De Girolamo che decide quali sono le priorità di destianzione: le richieste ovviamente sono tante ma la regione con più destinazioni è proprio la Campania. Attacco politici sono arrivati da più parti, con riferimento anche a Giovanni Mainolfi, persona sulla quale nessuno avrebbe da ridire solo per il fatto che è Generale della Finanza, scelto proprio per mettere ordine nell’agenzia, se non fosse che lo stesso Mainolfi è indagato nell’inchiesta sulla P4 e più volte citato in quella della P3, come persona vicina ad Alfonso Papa e Pasquale Lombardi, politico e faccendiere campano che secondo la procura di Napoli avrebbero organizzato un’associazione segreta per pilotare appalti e concorsi. Lombardi conosce bene Nicola De Girolamo, ex parlamentare del Pdl e padre del Ministro Nunzia. Nel 2003 fu nominato nel comitato di sorveglianza del Consorzio agricolo di Benevento dove Nicola era, e continua ad essere, direttore, nonostante sua figlia faccia il Ministro e quindi in qualche modo sia il suo controllore. Questo nel mentre all’Agea, i finanzieri del Nucleo Spesa pubblica e frodi comunitarie, guidati dal generale Bruno Bartoloni, stanno portando avanti le inchieste, che vaglia i contributi, che spesso invece di finire ai produttori si perdono nella burocrazia interna tra appalti e software milionari mai realizzati; ed ancora, il buco di 50 milioni riscontrato dal 1999 al 2012 anni con irregolarità nella gestione dei fondi comunitari, quantificati dalla Corte dei Conti in 1,9 miliardi di rettifiche finanziare che l’Italia ha dovuto restituire. Sotto osservazione è finita anche la Sin, con direttore generale Antonio Tozzi, ex fidanzato di Nunzia, una delle agenzie satellite dell’Agea, che ha il compito di gestire il sistema informativo tra Ministero e singole Regioni.