Disastro Monteforte Irpino. Le 4 sorelle Lanuto ricordano quel maledetto 28 luglio e la caduta del bus nel vuoto giù dal viadotto: “Chiediamo giustizia per quanto accaduto”.

Monteforte Irpino Disastro

L’appello di quattro sorelle, Teresa, Anna, Cristina e Rosalba Lanuto, che in quel disastro del 28 luglio scorso hanno perso la loro mamma, Luigia Rocco, nonna della piccola Arianna di 7 anni, miracolosamente illesa da quel tragico sinistro.

Il primo racconto lo fa la piccola Arianna, superstite della strage di Monteforte Irpino nell’avellinese, quando il bus precipitò dal viadotto Acqualonga: “Ricordo nonna Luigia che mi guardava e mi stringeva, mi diceva di stare tranquilla. Poi mi è sembrato di stare su una giostra”. Sua madre Rosalba e le sue sorelle ora chiedono giustizia. “Chiediamo giustizia per quanto accaduto e auspichiamo che simili tragedie non si ripetano più”. L’appello di quattro sorelle, Teresa, Anna, Cristina e Rosalba Lanuto, che in quel disastro del 28 luglio scorso hanno perso la loro mamma, Luigia Rocco, nonna della piccola Arianna di 7 anni, miracolosamente illesa da quel tragico sinistro. “Mia figlia ricorda tutto – racconta la signora Rosalba – mi diceva che la nonna la stringeva. Dopo il volo dal ponte ha detto che la nonna la guardava e continuava a tranquillizzarla. E’ stato un miracolo per mia figlia. Alla fine Arianna se n’è uscita con qualche escoriazione, ma niente di grave. Non dobbiamo dimenticare – il suo appello – le istituzioni, la politica non deve mettere da parte una tragedia così grande. Quaranta vittime non si possono dimenticare dopo qualche mese. Noi cerchiamo ancora risposte vogliamo sapere la verità. Vogliamo conoscere le responsabilità”. Con la signora Lanuto il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Alessio Barbarulo. “Il nostro compito è intervenire adesso bisogna prevenire – ha riferit l’ingegnere . Bisogna sentire l’esigenza di promuovere un’azione di prevenzione con una giusta intesa tra chi ci governa. Di quella sera ci sono ricordi sbiaditi, immagini confuse perché il nostro compito istituzionale è andato oltre ed ha toccato il profilo umano. Quando i miei uomini sono arrivati sul posto ricordano che le persone ferite all’interno del pullman incitavano le priorità dei soccorsi per i bambini”.

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