Donne e false accuse. Accusato dall’ex moglie di maltrattamenti in famiglia: assolto perché il fatto non sussiste.

C’è sullo sfondo la regia di un CAV: la donna “aveva trovato il coraggio di contattare Telefono Rosa”. Mannaggia, stavolta non è bastato.
Dice l’articolo: “alla lettura della sentenza con cui il tribunale di Mantova ha mandato assolto l’ex marito, accusato di maltrattamenti in famiglia, ha avuto un sussulto di rabbia pur preventivando però l’esito del verdetto. «Venticinque anni di umiliazioni e botte non si cancellano così», ha sbottato uscendo dall’aula, seppur consapevole che l’aver ritrattato le denunce da lei presentate potesse comportare un responso di non colpevolezza per l’ex coniuge”.
Quindi? Prima denuncia violenze protratte per 25 anni, poi ritratta, quindi ha un sussulto di rabbia perché l’ex marito non viene condannato. C’è da chiarire un aspetto: il reato è procedibile d’ufficio quindi qualsiasi parziale ritrattazione della querela, o persino la remissione totale, non interrompe il procedimento. Quindi è stato il processo, non la ritrattazione, ad accertare l’infondatezza delle accuse e la conseguente assoluzione con formula piena: il fatto non sussiste. C’è sullo sfondo la regia del CAV: l’articolo dice che la donna “aveva trovato il coraggio di contattare Telefono Rosa”. Mannaggia, stavolta non è bastato.
Percosse e minacce, ma poi ritratta: marito assolto – la Voce Di Mantova