GIOIA SANNITICA / CUSANO MUTRI / GUARDIAREGIA. Galleria del Matese, insufficenti le infrastrutture in Italia: lo dice il Rapporto della Banca d’Italia.

Tra Molise e Campania c’è l’imponente baluardo montuoso del Matese, lungo da nord-ovest a sud-est 75 km e largo da nord a sud, mediamente, 20 km.

di Giuseppe Pace (Autore di una Tesi all’Università di Padova sulla Galleria del Matese).

Tra Molise e Campania c’è l’imponente baluardo montuoso del Matese, lungo da nord-ovest a sud-est 75 km e largo da nord a sud, mediamente, 20 km. Per aggirarlo via Isernia oppure via bivio di Benevento si sprecano per andata e ritorno circa 15 litri di carburante e oltre 2 ore di tempo. A rilevare che le infrastrutture siano insufficienti in Italia è il rapporto della Banca d’Italia. Guida, Prefetto ad Isernia, prima di lasciare il servizio per continuare in Calabria, ribadisce che ”Il numero dei bandi pubblicati dagli enti locali nel corso dei primi mesi del 2018 si è raddoppiato rispetto all’anno precedente. Bene poi l’export con un incremento del 40% che rappresenta un vero record, rispetto ad altre regioni. Anche la Prefettura insieme alle forze dell’ordine ha cercato di fare la sua parte, perché sappiamo bene che la sicurezza di un territorio è un pre-requisito importante per assicurare lo sviluppo economico di una società. Il fatto di essere tra le 15 province più sicure d’Italia potrebbe attrarre degli investimenti significativi sul territorio. E’ proprio di questi giorni la notizia secondo cui il ministero delle Infrastrutture sta esaminando la possibilità, grazie all’interessamento della Giunta regionale e al nostro piccolo contributo, di assegnare finanziamenti significativi per alcuni dei viadotti più importanti della nostra provincia. Due milioni sono stati già stanziati nella Legge di Bilancio per il Sente, ma dovrebbe essere finanziato anche il viadotto Verrino. A tutto ciò si dovrebbe poi unire anche la superstrada che dovrebbe attraversare tutto il territorio regionale. Se tutto questo sarà realizzato, insieme al potenziamento della linea ferroviaria, sicuramente ci saranno più opportunità di sviluppo». Fin dal suo arrivo a Isernia, Guida è stato in prima linea anche per risolvere le criticità legate all’inquinamento nella piana di Venafro. Problematica che, almeno in parte, è stata risolta. Ebbene anche la Galleria del Matese tra Guardiaregia Cusano Mutri-Gioja S. è un’infrastruttura utile per i collegamenti viari tra est ed ovest del Mezzogiorno. Il costo previsto nel 1994, anno della mia Tesi finale del X Corso di Perfezionamento in Ingegneria del Territorio, presso la Facoltà d’Ingegneria dell’Università di Padova, veniva precisato essere solo 200 miliardi di lire. Attualmente la galleria si renderebbe ancora più volano di sviluppo ad iniziare dal dare lavoro a molti, visto l’alto tasso di disoccupati delle valli interne campano-molisane che, con i lavori di riscavo della galleria esistente per allargarla ed adeguarla non solo all’acqua che già conduce. Il Prefetto Guida parlava di infrastrutture necessarie del territorio isernino, ma quello dell’alto territorio casertano è ancora più carente. Purtroppo sul nostrano Mezzogiorno si sprecano le analisi inerenti il suo attardato sviluppo rispetto ad altre latitudini nazionali del territorio unico italiano dal 1866 con annessioni anche del Veneto e 1918 anche il Friuli V.G. e il Trentino A. A.. Gli studiosi Meridionalisti si possono dividere in piagnoni, che sono, purtroppo, la maggioranza, e d’azione che sono una minoranza tra cui il prof. anche a Campobasso, Carlo Maranelli, F. Compagna, ecc.. C. Maranelli, in particolare, scriveva nel suo poderoso volume Questione Meridionale, Edizioni Laterza, che le arretratezze del Mezzogiorno non erano imputabili al solo Settentrione d’Italia, ma alle non assunzioni di responsabilità della classe politica meridionale. Ma i politici meridionali e non solo sono bravi nel dire che le colpe sono sempre non loro, ma degli altri. Attualmente, a me pare, che pure i grillini, che hanno avuto consensi “bulgari” nel Mezzogiorno , non siano sempre all’altezza di un meridionalismo alla Maranelli o del rimboccarsi le maniche per far crescere il reddito dei cittadini residenti delle regioni meridionali, che restano di serie B. Il futuro non è roseo, né nell’immediato vedo soluzioni miracolose nemmeno con il paventato nuovo assistenzialismo del reddito di cittadinanza. In cattedra nelle analisi di svluppo territoriale meridionale non devono salire i Meridionalisti piagnoni, ma quelli d’azione, alla Carlo Maranelli. Questi del tessuto produttivo e sociale meridionale pure hanno fatto analisi filosofiche non campate spesso in aria come i piagnoni sulla presunta superiorità culturale meridionale nonchè diagnosi e prognosi sui mali nostrani del superbistrattato Mezzogiorno.

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