Governo Renzi. Toto ministri: spuntano i primi nomi. Niente da fare per la parlamentare di Teano, Pina Picierno, che resterebbe però nella segreteria nazionale del partito.

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Iniziata la partita a scacchi per il Sindaco di Firenze, incaricato di formare il Governo. Atteso domattina alle ore 10.30 al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Il segretario del Pd Matteo Renzi, Presidente del Consiglio in pectore, dopo le consultazioni pare abbia ricevuto molti no al suo nascente Governo. A cominciare dall’attuale amministratore delegato di Ferrovie dello Stato che veniva dato in pole position. Pure Romano Prodi fa sapere che non farà parte della squadra di governo: era dato tra i papabili al Ministero del Tesoro. Anche Andrea Guerra, ad Luxottica, non è intenzionato ad accettare dicasteri. Il sindaco di Firenze aveva ricevuto il no di Oscar Farinetti e Alessandro Baricco, rispettivamente per il dicastero dell’Agricoltura e quello della Cultura. Domani alle ore 10.30 il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo incontrerà: ora spuntano nella possibile lista dell’esecutivo nascente i nomi di Mauro Moretti, ad di Ferrovie dello Stato e Marianna Madia 35 anni, sottosegretario alle Politiche agricole, per i ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro. Per quanto riguarda il Ministro dello Sviluppo Economico il sindaco avrebbe voluto l’ad di Luxottica Guerra, ma il top manager passa: “Sono sereno e felice e rimango a fare il mio lavoro in questa bella azienda. Auguro tutto il bene possibile al nuovo governo che nascerà. Io personalmente, insieme a Luxottica, faremo sempre di tutto per contribuire alla evoluzione positiva del nostro Paese”. Caldo anche il nome di Vittorio Colao, ad Vodafone. Per giorni si è fatto anche il nome di Luca Cordero di Montezemolo ma ambienti, vicini al presidente della Ferrari, lo escludono. Per il Ministero dell’Economia il sindaco di Firenze preferirebbe mettere un politico con esperienza piuttosto che un tecnico ma l’ipotesi di Fabrizio Barca è poco accreditata nel Pd mentre restano alte le quotazioni dell’economista economista Lorenzo Bini Smaghi. In calo le quotazioni Lucrezia Reichlin (ex Bce) ma in rialzo quelle di Piero Fassino, ex segretario Ds e ora sindaco di Torino. Anche se “il vero sogno proibito di Renzi” sarebbe Romano Prodi, che però ha fatto sapere di non essere disponibile. Anche il nome Piercarlo Padoan, 51 anni, ex capo economista dell’Ocse e nuovo presidente dell’Istat. Per il Ministero del Lavoro in corsa Tito Boeri ma anche esponenti della minoranza Pd come Guglielmo Epifani, ex segretario Cgil ed ex sindaco, o Cesare Damiano, già responsabile di questo dicastero durante il governo Prodi, ed anche il giuslavorista Pietro Ichino e Marianna Madia, 33 anni, deputata e membro della segreteria nazionale del Pd con il ruolo di responsabile del lavoro. Al Ministero della Giustizia sono in calo le quotazioni di Michele Vietti, vicepresidente del Csm. Ora la partita sarebbe tra il giudice Mario Barbuto, il professor Andrea Proto Pisani e il presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro, già data in pole position in passato, ma circola anche il nome di Giovanni Maria Flick, 73 anni, presidente emerito della Corte costituzionale e già Guardasigilli con Prodi. Non viene escluso un ritorno di Paola Severino. Al Ministero dell’Interno Angelino Alfano non avrebbe nessuna intenzione di lasciare il dicastero, accontentandosi del ruolo di vicepremier. Ma cresce l’ipotesi che sia Dario Franceschini a diventare ministro; il fedelissimo Graziano Delrio, 53 anni, attualmente ministro per gli Affari regionali e lo sport, potrebbe occupare la poltrona. Al Ministero degli Esteri potrebbe essere riconfermata Emma Bonino, o anche Andrea Romano, 46 anni, storico, politico e giornalista, potrebbe trovare posto nel governo proprio con un incarico agli Esteri. Federica Mogherini, 40 anni, responsabile per l’Europa della segreteria del Pd, e Roberta Pinotti (attualmente sottosegretario) sarebbero sempre in lizza per il dicastero della Difesa, ma si fanno anche il nome di Arturo Parisi e di Emanuele Fiano. Per quanto riguardata gli altri dicasteri Maria Elena Boschi viene accreditata alle Riforme o alla Cultura, poltrona per cui viene preso in considerazione anche l’ex presidente del Pd, Gianni Cuperlo dopo il no dello scrittore Alessandro Baricco. In lista anche il nome di Matteo Orfini. Il segretario vorrebbe Lorenzo Guerini ai Rapporti con il Parlamento. C’è poi la partita delle riconferme, che riguarda tanto i ministri Pd quanto gli alleati: Andrea Orlando dovrebbe restare all’Ambiente. Al loro posto dovrebbero restare sia Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture, anche se chance ci sono anche all’attuale sindaco di Bari Michele Emiliano e Vincenzo De Luca di Salerno,  come Beatrice Lorenzin, ministro della Salute. Al ministero dell’Istruzione dovrebbe arrivare il segretario di Scelta Civica Stefania Giannini. Già noto il no di Oscar Farinetti, patron di Eataly, all’Agricoltura: la poltrona potrebbe essere occupata da Ernesto Carbone. Per le Politiche comunitarie la Stampa fai nomi di Sandro Gozi, anche se è dato in riconferma dalla Repubblica Enzo Moavero. Agli Affari regionali la poltrona potrebbe andare a Riccardo Nencini, segretario Psi.

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