Isernia / Provincia. La Dc è “morta”, ma sono vivi e vegeti i democristiani: Casini e il suo ultimo libro.

Presenti, tra gli altri, Patriciello, l’ex governatore Iorio, l’assessore regionale Quintino Pallante, gli ex Niro e Calenda, il presidente del Consiglio Micone, il sottosegretario Di Baggio, i sindaci di Isernia Castrataro, di Venafro, Ricci e di Termoli, Roberti, la capogruppo Pd Fanelli e l’assessore dem Bontempo.

L’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini, in giro per l’Italia per presentare la sua ultima fatica letteraria “C’era una volta la politica“, si ferma anche ad Isernia: con un Dna democristiano, l’ex leader Udc, è stato eletto col Pd ed è fermamente presenta da circa 40 anni in Parlamento.

Il suo è un vero e proprio manuale in cui si riscopre il valore della lealtà verso l’avversario politico e l’importanza di gavetta e partiti. “Il Molise dimostra che non sono l’ultimo democristiano, con uno sguardo alla platea che lo ha accolto, accetto volentieri di definirmi il penultimo. La Dc è morta ma non lo sono i democristiani, sono vivi e vegeti in gran parte. Io sono fuori dalla politica attiva, sono in Parlamento e lavoro seriamente ma non ho intenzione di fare iniziative politiche, partitiche, per me quella stagione è finita. Una stagione che ho vissuto con intensità ma è giusto anche che ci sia un inizio e una fine”.

“C’era una volta la politica è da un lato una denuncia e dall’altro un auspicio: c’era una volta la politica basata sul radicamento territoriale, sulla competenza, sulla professionalità e abbiamo avuto l’idea che l’antipolitica potesse sostituire la politica. Oggi è il momento di rimetterla al centro perché non c’è attività umana alternativa alla politica per cambiare le cose”.

Ed ancora: “le riforme sulle Regioni dovrebbero evitare di lateralizzare il Parlamento che oggi ha un parere consultivo sui procedimenti ipotizzati da Calderoli e questo è un fatto molto negativo. Io lavoro perché il Parlamento ritrovi la sua centralità. Il Capo dello Stato eletto direttamente? Io sono per confermare il Presidente della Repubblica nel suo ruolo terzo: ritengo che metterlo al centro delle contese politiche sia un errore enorme, l’Italia è un paese litigioso e ha bisogno che ci sia un superpartes”.

Sul cambio della guardia alla guida del Pd, un altro auspicio: “speriamo che il dualismo tra Meloni e Schlein riporti le persone a votare. Due donne, due protagoniste della politica, che non sono arrivate per le quote rosa ma per i loro meriti. E una discontinuità, quella nel Pd, che va gestita con intelligenza e credo che la Schlein ce l’abbia”.

Presenti, tra gli altri, Aldo Patriciello, l’ex governatore Michele Iorio, l’assessore regionale Quintino Pallante e gli ex assessore Niro e Calenda, il presidente del Consiglio Salvatore Micone, il sottosegretario Roberto Di Baggio, i sindaci di Isernia Piero Castrataro, di Venafro Alfredo Ricci e di Termoli Francesco Roberti, la capogruppo Pd Micaela Fanelli e l’assessore dem Ovidio Bontempo. Assente per un’indisposizione fisica il presidente della Regione Donato Toma, in platea pure Stefano Petracca, presidente del Gemelli Molise.

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