La Commissione Europea ha valutato la Romania poco sufficiente nel non sforare i termini di deficit stabiliti. In Italia?

“… le dittatoriali raccomandazioni con le quali l’U. E. boccia il programma del Governo che gli italiani hanno votato e punito i partiti dell’opposizione”.

di Giuseppe Pace, ex prof. italiano in Romania

Nel 2006 partecipai a Deva, in Transilvania occidentale, ad un Simposio (per illustrare anche le aziende italiane delocalizzate in Romania e plaudire all’ingresso di questo meravigliosa Paese nell’Unione Europea) presso la locale Università Ecologica dedicata a Traiano. Il Rettore, Sigismund Duma, alcuni professori ed esponenti del mondo economico locale erano entusiasti dell’ingresso nell’Unione Europea della Romania il primo gennaio 2007. Adesso dopo 11 anni La Commissione Europea, oltre alla valutazione negativa delle misure italiane sul rapporto debito-Pil, ha dato del poco sufficiente alla Romania e all’Ungheria, ma si è espressa anche sulle manovre di altri Paesi membri, vediamo come sono andati gli altri. Un po’ come avviene nelle scuole a fine anno, la Commissione Europea dopo aver esaminato le manovre finanziarie 2019 presentate dai Paesi dell’Unione ha espresso i suoi giudizi. Anche se tutto il Continente sta vivendo un periodo di rallentamento economico, il quadro generale può essere considerato più che soddisfacente. Sono dieci infatti i Paesi che sono stati promossi a pieni voti dalla Commissione. Germania, Olanda, Lussemburgo, Austria, Finlandia, Irlanda, Lituania, Malta, Cipro, Grecia. Credo che l’evoluzione sociale della nostra specie sia orientata in prevalenza verso la sovranazionalità e l’U.E. (Unione Europea) ne dovrebbe essere un esempio emblematico non secondario perché in un’area del pianeta dove è nata la Democrazia. Non sempre però il cedere un po’ di nazionalità è vantaggioso. Un esempio sono le dittatoriali raccomandazioni con le quali l’U. E. boccia il programma del Governo che gli italiani hanno votato e punito i partiti dell’opposizione. L’Unione Europea in questi anni ha privilegiato la Germania con una forte economia e tutti gli altri devono usare l’austerità per imitarla. Ma in una comunità a 27 membri non è questa l’unica politica valida. L’Italia comincia a dissentire ed adotta una politica non di austerità ma di socialità con il reddito di cittadinanza, ma viene bocciata dalla Commissione Europea. Non è stato l’unico verdetto emesso nella giornata di ieri dalla Commissione Europea. In contemporanea con lo stop alla manovra del governo gialloverde, sono arrivati infatti i giudizi anche per altri Paesi membri. In generale tralasciando l’Italia che ormai ha indosso i panni della pecora nera, la maggior parte dei giudizi sono stati positivi, Grecia compresa. Tra quelli che invece sono stati “rimandati a settembre” come si usava una volta, figurano però alcuni big dell’Unione Europea come Francia, Spagna e Belgio. Anche la Grecia quindi dopo i duri anni sotto il controllo della U.E. torna a essere tra i virtuosi, anche se la Commissione si è riservata di aver bisogno ancora di qualche tempo per valutare gli effetti a medio termine della manovra di Atene. Sempre in merito ai possibili effetti a medio termine, ci potrebbero essere degli scostamenti per Lettonia, Slovacchia ed Estonia, con il giudizio per i 3 Paesi in questione che comunque rimane positivo. Raccomandazioni poi anche per Ungheria e Romania, visto che le loro misure messe in campo per non sforare i termini di deficit stabiliti sono state valutate come poco sufficienti. I Commissari dell’U. E. pensano che: ”L’economia italiana è caratterizzata da una bassa crescita economica e da una dinamica della produttività debole rispetto alla media dell’Unione, con conseguenze negative a livello sociale e occupazionale. Per promuovere la crescita potenziale e affrontare la persistente stagnazione della produttività occorre una strategia organica di riforma. Le misure contenute nel documento programmatico di bilancio 2019 indicano invece un chiaro rischio di retromarcia su riforme che l’Italia aveva adottato in linea con precedenti raccomandazioni specifiche e con riferimento agli aspetti strutturali di politica fiscale oggetto delle raccomandazioni indirizzate all’Italia. Inoltre l’organismo “indipendente”? di controllo in materia di bilancio dell’Italia non ha approvato le previsioni macroeconomiche sottese al documento programmatico di bilancio 2019”. Il problema dell’U.E. che vuole entrare in riforme strutturali del singolo Paese è da superare con nuove logiche di governo della res pubblica poiché non è possibile paragonare Germania e Italia, oppure Romania e Ungheria, Francia e Spagna oppure Grecia e Belgio.

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