PIEDIMONTE MATESE / NAPOLI. La Cultura potrebbe dare il pane anche al Sannio. Rapporto Fondazione Symbola: “Io sono cultura”, che produce 95,5 mld di €. Urge una promozione culturale del Sannio

Bisognerebbe invitare Sangiuliano a visitate il Sannio coi suoi paesetti ricchi di storia e rarità turistiche sottoutilizzate, musei prestigiosi come quello d’Alife e i tanti castelli spesso diroccati e in vendita come il castello ducale dei nobili Gaetani di Piedimonte

di Giuseppe Pace

La cultura non dà pane, dicevano i nostri avi, ma si sbagliavano di grosso. Nel Sannio ad esempio urge un’attenzione per la promozione culturale non assistita che genera meno burocrazia ottusa. Attualmente il Molise e il territorio beneventano e casertano hanno una bassa qualità della vita, come ci ricorda spesso Il Sole 24 Ore. 

Sul primato della Cultura ho scritto un saggio, Canale di Pace, II Ediz.,Amazon,libri.it. Cultura e bellezza in Italia sono tratti identitari radicati nella società e nell’economia: da qui il titolo del rapporto “Io sono cultura” realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere che analizza il sistema italiano della cultura che, grazie alla loro forte relazione con la manifattura, hanno dato vita ad una delle più forti identità produttive del mondo, il “Made in Italy.”

A 3 anni dallo scoppio della pandemia le industrie culturali e creative sono tra i settori più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana, perché dimostrano di essere una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza e perché sono un motore di innovazione per l’intera economia e agiscono come un attivatore della crescita di altri settori, dal turismo alla manifattura creativa. Al 2018, i luoghi di cultura italiani (che comprendono musei, attrazioni, parchi, archivi e biblioteche) sono pari a 6610. Le strutture ricettive attive sono 21.8327, per un totale di 5.175.803 posti letto. Il flusso turistico nelle località costiere è del 53%; le città più attrezzate sono Grosseto per quanto riguarda gli agriturismi (217), Vieste per i campeggi e i villaggi turistici (84) e Cortina d’Ampezzo per i rifugi montani (20). Secondo Coldiretti, nel 2018 la spesa enogastronomica da parte dei turisti stranieri ammonta a 9,23 miliardi di euro, con una spesa media di 117 euro a testa.

Nel 2001 sono state emanate la legge costituzionale del titolo V (legge costituzionale 18 ottobre 2001 n. 3) e la legge 29 marzo 2001 n. 135 di “riforma della legislazione nazionale del turismo” con relativa abrogazione della legge-quadro 217/1983 tramite decreto del 22 settembre 2002.  L’Italia possiede un patrimonio storico-architettonico molto vasto e importante, sia come quantità di manufatti, sia come stato di conservazione, sia come valore artistico-culturale intrinseco. A dimostrazione di ciò, il Belpaese è quello che può vantare il maggior numero di siti indicati  dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Secondo alcune fonti, poi, quello italiano sarebbe il più ampio e ricco patrimonio culturale del mondo.

Nel 2013 il valore del solo patrimonio artistico-culturale è stato stimato nel 5,4% del Pil, circa 75,5 miliardi di €, in grado di impiegare circa 1,4 milioni di addetti. Secondo il rapporto Eurostat del 2019, il turismo italiano è primo in Europa per numero di posti di lavoro generati (pari a 4.2 milioni) e terzo per la spesa media dei visitatori e la quota di ricavi del settore nazionale rispetto al totale europeo (48.148 milioni di euro, 12% del totale Napoli nella cultura come in altri aspetti sociali emerge sempre su tutti.

Il capoluogo campano sorge nell’omonima baia che sta accanto al vulcano Vesuvio e offre una vista spettacolare fino alle isole di Capri, Ischia e Procida. Il centro storico è stato riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio mondiale dell’umanità, per via dei suoi monumenti che rappresentano al meglio la cultura europea e quella del Mediterraneo. Non va poi dimenticato il ruolo di Napoli come culla della cultura italiana, tra letteratura, teatro, musica e cucina. Quest’ultima è da considerarsi a tutti gli effetti un’arte: qui è nata una delle prelibatezze più amate nel mondo, la pizza, che a Caiazzo esprime un cuoco d’eccellenza mondiale.

Napoli è una città passionale e vivace, quindi ci mette poco tempo a coinvolgere i suoi sempre più numerosi visitatori.  Si dovrebbe stilare un rapporto sull’apporto turistico che il Sannio dà all’Italia, ma è meglio stendere un pietoso velo. Nel 2019 l’Italia fu il quinto Paese più visitato al mondo con 65 milioni di arrivi stranieri secondo, ed il terzo per numero di pernottamenti (221 milioni) dopo gli Usa (345) e la Spagna (299), e prima della Cina(192) Regno Unito (161) e Francia (137). Le presenze totali sono 432,6 milioni. Secondo stime della Banca d’Italia del 2018, il settore turistico genera direttamente più del 5% del Pil nazionale (il 13% considerando anche il Pil generato indirettamente) e rappresenta oltre il 6% degli occupati.

Nel 2018 il Pantheon fu visitato da 25 mln di Turisti, 13 Pompei, 12,3 Reggia di Caserta e 11,9 la Galleria degli Uffizi di Firenze. Secondo l’ISTAT, nel 2017 gli alberghi in Italia erano 32.988 contenenti 2.239.446 posti letto (1.133.452 nelle camere da tre stelle, 246.373 da una e due stelle, e 859.621 da 4 a 7 stelle, con una media di 68 posti letto ad albergo). Per quanto riguarda le strutture extra-alberghiere, ne sono presenti 171.915 con 2.798.352 posti letto. La ricerca “Io sono cultura” annualmente quantifica il peso della cultura e della creatività nell’economia nazionale. I numeri dimostrano che la cultura è uno dei motori dell’economia nazionale e lo studio di Fondazione Symbola Unioncamere propone numeri e storie ed è realizzato grazie al contributo di molte personalità di punta nei diversi settori. La cultura per l’Italia è una filiera, in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore, che nel 2022 ha generato un valore aggiunto pari a 95,5 miliardi di euro, in aumento del +6,8% rispetto all’anno precedente e del +4,4% rispetto al 2019.

Torna a crescere anche l’occupazione, tanto da recuperare gli oltre 43.000 posti di lavoro che si erano persi nell’anno precedente: sono 1.490.738 i lavoratori dell’intera filiera, con una variazione del +3,0% rispetto al 2021, a fronte di un +1,7% registrato a livello nazionale. Nella filiera operano 275.318 imprese e 37.668 organizzazioni non-profit che si occupano di cultura e creatività (il 10,4% del totale delle organizzazioni attive nel settore non-profit), le quali impiegano più di 21.000 tra dipendenti, interinali ed esterni. Complessivamente, per ogni euro di valore aggiunto prodotto dalle attività culturali e creative se ne attivano altri 1,8 in settori economici diversi, come quello turistico, dei trasporti e del “Made in Italy”, per un valore pari a 176,4 miliardi di euro.

Complessivamente culturale e creatività generano valore aggiunto per circa 271,9 miliardi di euro (15,9% economia nazionale). L’attuale ministro della cultura italiana è il naopoletano, Gennaro Sangiuliano, laureato in Giurisprudenza, Dott. di Ricerca in Diritto ed Economia, Master in Diritto Privato Europeo. Autore di: le biografie di R. Reagan, V. Putin, H. Clinton, D. Trump, Xi Jinping. Scusate se è poco, prima però il dicastero fu guidato da meno capaci nel fare non nel dire solo. Bisognerebbe invitare Sangiuliano a visitate il Sannio con i suoi paesetti ricchi di storia e rarità turistiche sottoutilizzate, con i suoi musei prestigiosi per i reperti contenuti come quello d’Alife e i tanti castelli spesso diroccati e in vendita come il castello ducale dei nobili Gaetani di Piedimonte Matese.

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