La Francia, non l’Italia, è il Paese più indebitato dei membri europei dell’area euro.


Non possono i Commissari europei appoggiare i soli partiti d’opposizione italiani e bocciare gli altri che rappresentano di più il popolo italiano, che non ha nulla da imparare dai tedeschi in particolare.

di Giuseppe Pace (prof. in pensione e gia Segretario Provinciale Partito Pensionati Padova)

Non è l’Italia che da sola va sopra la media del rapporto debito pubblico e Pil (prodotto interno lordo? Nella classifica del debito pubblico in rapporto al Pil (che in Italia fa 130%, in Francia e Usa 100%, e nella media dell’Eurozona 90%) l’Italia ne esce, da tempo, come tra le economie più “a leva” del mondo oltre ad essere considerata la seconda potenza economica europea. Ma se si amplia lo sguardo al debito aggregato, ovvero ai livelli di indebitamento di tutti gli attori economici (Stato, imprese, banche e famiglie) l’Italia si rivela un Paese nella media, senza grossi problemi di debito per l’alta capacità del risparmio delle famiglie e per il sistema bancario più solido di Francia e Germania in particolare. Eppure assistiamo a dichiarazioni di commissari europei a dir poco offensive verso gli italiani. La loro protervia e pari alla loro ignoranza che dimostrano nel ruolo non superpartes, purtroppo. Sempre seguendo questa classifica – che però al momento non fa parte delle griglie con cui l’Unione europea giudica l’operato dei suoi membri – si scopre che è la Francia il Paese più esposto finanziariamente; il Paese che ricorrendo al debito sta vivendo l’oggi più di tutti con i mezzi del domani. È vero, il debito pubblico in rapporto al Pil è più contenuto rispetto all’Italia ma se si somma l’esposizione delle società (circa 160% del Pil), delle banche (90% ) e delle famiglie (60%) vien fuori che il sistemaFrancia viaggia con una leva enorme, che supera il 400% del Pil, pari a 9mila miliardi di debiti cumulati. L’Italia, sommando tutti gli attori economici, supera di poco il 350% a fronte del 270% della Germania. Dati in % del Pil (Fonte: Bloomberg). Questi numeri devono essere più noti agli italiani ma soprattutto devono far riflettere meglio, in particolare, i tecnocrati europei che elaborano le soglie che stabiliscono se un Paese è virtuoso o no. Ignorare – o non pesare come probabilmente meriterebbe – il debito privato è un doppio errore. Sia perché c’è una stretta correlazione storica tra debito pubblico e debito privato (è dimostrato che laddove i Paesi sono chiamati a ridurre il debito pubblico con forme di austerità, sono quasi costretti ad andare a “pescare” la crescita attraverso l’aumento della leva privata). E sia perché, se con l’introduzione del bail-in (che stabilisce che i privati partecipano con i propri risparmi ai salvataggi delle banche) passa il principio che il risparmio privato è un “asset istituzionale”, allora forse sarebbe più logico considerare tale anche il debito privato. Qua non si tratta di essere a favore o contro il Governo giallo verde italiano che ha deciso la manovra economica in piena sovranità democratica. Qua si tratta di condannare la miopia politica e il grado basso d’istruzione per il ruolo che rivestono i commissari europei nonché ammiccamenti negativi di vari leader europei. L’Italia non merita di essere trattata così male dai partner dell’Unione Europea. La Democrazia è costituita da partiti di maggioranza che formano il Governo e da partiti d’opposizione. Non possono i Commissari europei appoggiare i soli partiti d’opposizione italiani e bocciare gli altri che rappresentano di più il popolo italiano, che non ha nulla da imparare dai tedeschi in particolare.

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