La libertà di stampa non va finanziata, con le nostre tasse, se è di parte.
Si, la perdita di fiducia nelle Istituzioni non è cosa da poco. Essa e al Sud è giunta al 40% contro il 10% del Nord. Alla stampa, non solo di professionisti della retorica sibillina, è affidato il ruolo di informare e di informare superpartes.
di Giuseppe Pace (Socio onorario del Circolo Ragno di Bojano)
Credo che la stampa italiana sia da migliorare verso una maggiore informazione superpartes. Al Circolo socio-culturale Ragno di Bojano vi trovo spesso persone adulte che discutono liberamente tra un caffè, una birra Peroni ed una partita di briscola o scopa. La pacata discussione spesso si riferisce a fatti locali, provinciali, regionale e nazionali riportati dalla stampa o meglio da alcuni quotidiani che a Bojano si leggono di sovente. Poiché i soci non sono nati ieri, ma l’altro ieri, sono meno ingenui. Alcuni in particolare hanno esperienza di vita lavorativa eccezionale e hanno senso critico più sviluppato, dunque non condividono l’articolo quando questo non riporta cose vere, ma le “vende” edulcorate o falsate perché di parte, spesso per captare la benevolenza del carro del vincitore regionale, provinciale e locale. Per i fatti nazionali quasi mai i quotidiani, soprattutto se si autodichiarano indipendenti, riportano la volontà della maggioranza espressa dalle urne come le volontà governative Giallo-Verdi cioè di 5Stelle e Lega. I 5Stelle più della Lega, attualmente, propongono per loro volontà politica (e con oltre il 32% dei consensi degli italiani, primo partito con molti voti al Sud), di ridurre la sovvenzione pubblica alla carta stampata. Nel Molise poi, alcuni comuni periferici a Bojano ad esempio, pagano come voce comunale pubblica, giornalisti prolifici di articoli anche su quotidiani locali. Dalla stampa molisana dunque non giunge alcun segnale di condivisione della riduzione del finanziamento pubblico e si invoca addirittura la libertà di stampa costituzionale a difesa del finanziamento pubblico. L’opinione, libera, di chi scrive, che non chiede prebende a chicchessia per essere realmente libero, è che i 5Stelle non stanno sbagliando affatto nel voler ridurre i soldi, delle nostre tasse (oltre il 42% è la pressione fiscale italiana, più alta della tedesca), alla stampa, spesso di parte e non superpartes e che comunque dà spazio spesso solo all’opposizione governativa che ha perso sonoramente le elezioni nazionali. La recente nomina de nuovi direttori delle testate TV è necessaria poiché anche i mass media non possono rimanere indifferenti alla volontà del popolo italiano che ha espresso un cambio al timone nazionale e dunque anche della TV, fino ad ora occupata da nomi di parte di partiti precedenti con prevalenza Pd come anche diversi conduttori e moderatori di programmi nazionali, super pagati anche. Ma leggiamo come si strappano le vesti alcuni della stampa molisana:”Tagli al settore dell’informazione: a difesa della stampa molisana si schiera anche il presidente della Provincia di Isernia Lorenzo Coia. Lo ha fatto intervenendo nel dibattito che si animato a seguito delle dichiarazioni del consigliere regionale del M5 Andrea Greco. «In merito alle recenti polemiche suscitate dalla manifestata volontà del Governo Conte di tagliare il fondo per il pluralismo dell’informazione, che scenderebbe da 100 milioni del 2018 a 34 milioni nel 2019 per scomparire nel 2020, ripreso da alcuni esponenti locali del movimento 5 Stelle mi permetto di fare alcune considerazioni – sottolinea il vertice dell’ente di via Berta-. L’articolo 21 della carta Costituzionale garantisce la libertà di manifestazione del pensiero e quindi lo Stato ha il compito di salvaguardarla. La Corte Costituzionale con sentenza n. 420 del 7/12/94 dichiarò infatti che è necessario “garantire il massimo di pluralismo esterno, al fine di soddisfare, attraverso una pluralità di voci concorrenti, il diritto del cittadino all’informazione”. A parte il fatto che il pluralismo non deve significare prevalenza di un partito che dà fiato a media con propri uomini prezzolati per accrescere i consensi ormai perduti a torto o a ragione. Il popolo italiano è sovrano, non la stampa. Le Sentenze della Magistratura iniziano sempre”in nome del popolo italiano” non della stampa! Basta con la invocata richiesta di mantenere il pluralismo informativo quando i maggiori programmi TV e gli articoli della carta stampata sono quasi tutti orientati verso e di un partito, figlio del 68: con tutti i cugini, nipoti e pronipoti ideologici. Nella difesa della loro ”libertà di stampa” si appellano a tratti selezionati della Sociologia e della politica invocando anche la Presidenza della nostra Repubblica Parlamentare, non presidenziale, che gradirebbero perché sono, purtroppo, per la riduzione dei centri di potere che, invece, in Democrazia sono necessari. I nostri tre centri di potere (legislativo o Parlamento, esecutivo o Governo e giuridico o Magistrati) democratico garantiscono meglio la Democrazia. Già in altri articoli lo scrivente ha avvertiti “dell’indifferenza democratica ad Ailano come altrove nel Sannio Alifano e nel nostrano Mezzogiorno”. Si, la perdita di fiducia nelle Istituzioni non è cosa da poco. Essa e al Sud è giunta al 40% contro il 10% del Nord. Alla stampa, non solo di professionisti della retorica sibillina, è affidato il ruolo di informare e di informare superpartes.