Lo sai che la Mamma può avere 300 euro dallo Stato? I voucher introdotti dalla legge Fornero ed attivi dal 2013 non hanno riscosso tanto successo.
Per accedere al sistema in rete è necessario avere un Pin “dispositivo” preventivamente richiesto (e ottenuto) tramite sito dell’INPS. Senza PIN non si può accedere all’ultimo step: il “click day” che lo scorso anno si è tenuto il 28 luglio.
Sapete che le mamme lavoratrici in Italia hanno a disposizione 300 euro al mese da spendere per la baby sitter o per l’asilo una volta concluso il congedo per maternità? Forse no, ed è per questo che nel nostro paese diverse donne non hanno sfruttato l’occasione. Colpa della burocrazia o della scarsa informazione, comunque i voucher introdotti dalla legge Fornero non hanno riscosso tanto successo. La misura è attiva dal 2013, ma su 11 mila potenziali neomamme, a fare domanda sono state solo tremila. Ma di che si tratta? La riforma del lavoro del giugno 2012 prevede la possibilità di rinunciare al congedo parentale (ex facoltativo) per poter ottenere un contributo pari a 300 euro mensili per servizi di asilo nido e baby sitting. Avete presente il congedo parentale, cioè i sei mesi pagati al 30% dopo i cinque mesi di assenza obbligatoria per la maternità? Le neomamme che invece di restare a casa con l’assegno dell’Inps tornavano al lavoro, l’anno scorso potevano chiedere dei buoni lavoro per pagare l’asilo o la baby sitter. Valore: 300 euro al mese per sei mesi, in tutto 1.800 euro. La misura era stata finanziata con 20 milioni di euro per il 2013, soldi sufficienti per pagare i voucher a 11 mila donne. Poche, si dirà, rispetto alla platea potenziale. Mica tanto: alla fine sono arrivate meno di 4.000 domande. 3.762 per la precisione. Di conseguenza è stato speso soltanto il 37% dei fondi. Come mai così poche? Ed è qui che viene il bello. L’erogazione avviene tramite Inps. Per il 2013 è stato pubblicato il bando apposito. Tempo per presentare le domande? Tra il 1 luglio e il 10 luglio 2013: pochi giorni nel cuore di una rovente estate. Non solo: serve la dichiarazione ISEE (i nuclei con un reddito più basso hanno la precedenza), un asilo accreditato presso l’Inps e una domanda da compilare on line. Quest’ultimo è il passaggio più complicato. Per accedere al sistema in rete è necessario avere un Pin “dispositivo” preventivamente richiesto (e ottenuto) tramite sito dell’INPS. Senza PIN non si può accedere all’ultimo step: il “click day” che lo scorso anno si è tenuto il 28 luglio. Racconta sempre la 27esima ora: La questione è stata sollevata nelle scorse settimane dall’onorevole Pd Vittoria D’Incecco. “Il problema è che l’iter per riuscire a ottenere i fondi era troppo complicato e poco pubblicizzato. Ci sono altri 20 milioni stanziati per quest’anno e altrettanti per il 2015. Non possiamo permetterci un altro flop”, osserva d’Incecco. Ma quali i problemi? Gli asili accreditati presso l’Inps dove è possibile spendere i voucher sono una minima parte. Poi la richiesta del contributo andava fatta via Internet. Il tutto attraverso il sito dell’Inps e in un giorno ben preciso: il 28 luglio 2013. Insomma, peggio di una caccia al tesoro. E poi Internet non è una modalità di accesso facile per tutti. In tanti si sono lamentati della riforma Fornero ma questa formula agevola senz’altro le mamme lavoratrici. Il problema è ottenerla. Si spera che con l’arrivo della nuova estate ci sia un rimedio agli errori precedentemente fatti. Ma finora non ci sono novità: sarà ancora caccia al tesoro. Con un rischio alto: quello di non usare tutti i fondi messi a disposizione.