Pd casertano “spaccato” anche sulla decisione di far fare le primarie per la scelta del candidato Governatore della Regione Campania:

pd casertaIl partito appare, allo stato attuale, spaccato su due fronti: da una parte quelli che sostengono che le primarie è meglio non farle, dall’altra quelli che evocano il diritto di scelta ai cittadini (nella foto, Cappello, Caputo, Graziano, Marino).

Pd casertano “spaccato” anche sulla decisione di far fare, o meno, le primarie per la scelta del candidato Governatore della Regione Campania per il centro sinistra nelle elezioni, che si dovrebbero tenere in primavera, quando poco meno di 5 milioni e mezzo di cittadini campani saranno chiamati al rinnovo del parlamentino di Palazzo Santa Lucia a Napoli. Il partito appare, allo stato attuale, spaccato su due fronti: da una parte quelli che sostengono che le primarie è meglio non farle, cioè che con il candidato calato dall’alto, cioè scelto da Roma, è sempre la strada migliore (già indicato l’uscente consigliere Gennaro Migliore). Invece quelli che evocano il diritto di scelta ai cittadini, scelta questa che contrasta con le aspetative del Premier Renzi. Sul fronte del no si sono giàù schierati l’europarlamentare di Teano, Pina Picierno, e i riformisti Dario Abbate, già segretario regionale del partito. Sul fronte del si, invece, Andrea Cozzolino, ma anche Nicola Ucciero, Marco Villano, Franco De Michele ed i renziani, quali l’europarlamentare di Teverola, Nicola Caputo, ed il consigliere comunale di Caserta, Carlo Marino. Quindi, nè Enzo De Luca, Sindaco di Salerno, né il napoletano Andrea Cozzolino sono nomi che rispondono alle logiche della segreteria nazionale del partito, senza dimenticare che la candidatura dell’ex Sindaco di Firenze nacque proprio in contrapposizione alle strategie studiate a tavolino proprio nelle “stanze dei bottoni” a Roma. Nell’attesa di prendere una decisione in proposito, la questione gioca su rinvii e slittamenti: ora anche l’ipotesi di farle sostenere il primo febbraio potrebbe non farsi giacchè coincide con le elezioni del presidente della Repubblica, sicché il voto potrebbe ulteriormente slittare a domenica 15 febbraio.

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