PIEDIMONTE MATESE. Comunità Montana, dalla conferenza dei Sindaci di stamane un nuovo rinvio: il bilancio d’esercizio diventa un rebus.

piedimonte matese comunità montana aprile 2014

Un ennesimo incontro con i vertici regionali sulla questione amncati trasferimenti sarebbe stato ipotizzato ed a breve potrebbe essere concretizzato.

Non sono state prese decisioni di nessuna sorta nè per il presente, nè per l’immediato futuro, che rimane incerto quanto aleatorio. Si sono vociferate addirittura dimissioni in massa, messa in cassa integrazione dei dipendenti, loro mobilità o addirittura chiusura dell’ente. Nessuna delle strade indicate appare però percorribile allo stato attuale, quindi nessuna ipotesi è attuabile nell’immediato. L’empasse è far trovare una quadratura ad un bilancio che già quadra di per sè, se non fosse altro per i numeri che vi sono iscritti dentro, con criterio (secondo la tesi sostenuta dai Sindaci e ribadita anche nel corso della conferenza di stamane). E allora? E allora l’empasse sta in alcune voci che sono state riportate nel documento finanziario dell’esercizio 2012, secondo alcuni di dubbia collocazione. L’ente vanta un credito corposo nei confronti della Regione Campania per dei trasferimenti dovuti, legittimi, necessari, ma non ancora del tutto elargiti. Come mai? Le casse della Regione sono vuote, o meglio, i bilanci sono stati smagriti, ed i trasferimenti ritardati allo scopo di fare, nel frattempo, cassa. La legge n.11 del 1996 parla chiaro, del resto: gli enti montani esercitano delle funzioni su delega espressa della Regione, che per questo finanzia sia i progetti (della forestazione, ndr), che le retribuzioni ai dipendenti (i Baif: braccianti, agricoli, idraulico e forestali). I dipendenti amministrativi, quelli della funzione pubblica, seguono altra strada ed altri trasferimenti. Questi crediti sono ancora sospesi ma comunque inseriti in bilancio: “presupposto che non tiene”, secondo qualche primo cittadino; comunque da inserire, secondo altri. Sta di fatto che nel frattempo la stessa legge 11/1996 è cambiata, stabilendo norme diverse dall’anno 2013 in poi: come quella, la principale novità, di fissare ad un massimo di 181 giornate lavorative annue quelle dei dipendenti forestali, il cui contratto rimane comunque a tempo indeterminato ma passa dal tempo pieno al tempo part-time. I trasferimenti quindi per l’anno passato 2013 saranno commisurati alle retribuzioni ridotte. Rimane in piedi, invece, il problema dei mancati trasferimenti per gli anni dal 2012 a ritroso. Nuovo appuntamento fissato a breve, mentre si studieranno altre soluzioni. Un ennesimo incontro con i vertici regionali sulla questione amncati trasferimenti sarebbe stato ipotizzato ed a breve potrebbe essere concretizzato.

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