PIEDIMONTE MATESE. Note ambientali sull’invadenza partitica nella società non solo in area casertana.
Ad Alife c’era il sottoprefetto Pietro Farina che ci insegna che il Palazzo municipale va sempre controllato dal cittadino e non solo delegare col voto i personaggi.
di Giuseppe Pace
Nell’esaminare l’ambiente naturale, economico, sociale e politico in generale e di Piedimonte Matese in modo speciale, ho già in altri articoli rese pubbliche alcune note ambientali. Ho sempre cercato di scrivere articoli non notarili sull’ambiente politico di Piedimonte Matese e dell’intero ambiente matesino e di quello della più vasta e popolata Campania. Per non notarili intendo informare non solo dell’esistente ambientale, ma anche di cosa c’era prima e verso dove si sta andando in modo lineare e democratico. Dalle testate dei vari quotidiani cartacei in ambiente casertano e napoletano, soprattutto di alcuni lustri fa, sembrava di leggere notizie da Mezzogiorno di fuoco tra bande della malavita organizzata che si facevano spazio con omidici a iosa. Leggendo un po’ la letteratura sulle mafie italiane, spicca il fatto che i camorristi, a differenza dei mafiosi, ndranghetisti, ecc. fanno carriera in base a quante persone abbiano ammazzato. Studiare l’ambiente significa anche accennare ad alcuni nodi da sciogliere per rendere il cittadino più artefice del proprio ambiente. Studiare l’ambiente non significa elencare ciò che si vede bello oppure brutto in natura, ma soprattutto non tacere sulle malefatte sociali. Il cittadino, non più suddito di nuove dipendenze economiche, sociali e digitali può attuare appieno l’art. 4 della Costituzione del 1948 in Italia. In questo art. c’è l’obbligo alla collaborazione del cittadino per il progresso materiale e immateriale dello Stato di cui fa parte. A Napoli tra miserie e nobiltà espresse nel variegato ambiente sociale, culturale ed economico vi sono anche non pochi fenomeni camorristici. Ad essi il suddito guarda spesso con ammirazione, mentre il cittadino con preoccupazione. Ad esempio nell’ambiente casertano-matesino si assiste all’inchiesta sul politico regionale che avrebbe favorito un posto ad un concorrente. Secondo l’inchiesta della Magistratura di Napoli ci sarebbe: ”Assenteismo, corruzione, gare d’appalto truccate all’Asl di Caserta. Ma anche i servizi di trasporto in emergenza del 118 affidati in cambio di regali e abusi sulla gestione dei pazienti psichiatrici. Sono le piste di indagine al vaglio della Procura della Repubblica di Napoli Nord, che stamattina hanno portato i carabinieri del Nas di Caserta a dare esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale di Napoli Nord, nei confronti di 18 persone, di cui 12 degli arresti domiciliari e 6 destinatarie di misure interdittive”. E’ l’ennesimo esempio di ingerenza o strapotere dei partiti nella società civile. Il politico onorevole regionale del Pd dichiara di apprendere dai media la notizia d’indagini. Ma i media sono responsabili prima di far passare una notizia oppure fanno politica partitica e non come res publica che li coinvolge e li obbliga deutologicamente a scrivere? Io scrivo spesso su un media che ha per logo”…La stampa è l’artiglieria della libertà”. Mi è piaciuto e ho chiesto di collaborare, sempre senza retribuzione e per amore della ricerca del vero e per le analisi ambientali di cui sono appassionato da decenni. Sul media citato allego anche non poche fotografie e me le impaginano senza lamentarsi che sono molte né che è lungo l’articolo. Mi gratifica non vedere scritto il n. di minuti necessari per leggerlo come fanno non pochi media digitali affetti ed afflitti da modernismo giornalistico: tutto in poche righe, bene e male fino a far prevalere solo uno dei due aspetti. Dopo “Assopigliatutto”, che pare stia, a un a uno, liberando dalle accuse i principali indagati, c’è da chiedersi: ma erano proprio innocenti quei politici in posti decisionali oppure hanno tanti e tali di avvocati e prove da inventarsi e comprare nei loro feudi elettorali che anche il potere della Magistratura deve soccombere? E se così fosse il suddito è destinato dall’indifferenza e dall’omertà a restare ancora a lungo nel ruolo di suddito e non evolversi ancora in cittadino pensante e collaborativo in base all’art. 4 della Carta Costituzionale. Il Magistrato più noto in Calabria per la lotta alla ndrangheta, quando va in classe a tenere lezioni di legalità, fa degli esempi del giovane disoccupato che è adescato dall’ambiente criminale, e più di qualcuno si lascia ammaliare e poi gli è impossibile uscirne. Nel recente passato il libro ed il fim di Gomorra hanno messo alla ribalta anche il controllo camorristico nei cimiteri del vasto ambiente napoletano. Tali controlli potrebbero essere anche in forme indiretti di vincita di appalti di gestione cimiteriale pure a 70 km e più da Napoli. Comunque dall’ambiente camorristico di Napoli si evince che ci sono circa 500 edicole votive e 100 murales censiti dedicati a personaggi legati al mondo della camorra e dalla criminalità. Dopo le opere dipinte e gli altarini edificati in onore dei baby-rapinatori X e Y si è scatenata la polemica ed il Procuratore Generale ed il Prefetto hanno chiesto la rimozione delle opere inneggianti alla criminalità, appoggiando di fatto la battaglia portata avanti dal Consigliere Regionale di… Intanto ai Quartieri Spagnoli, in Vico Salato, a poca distanza dal murale per xy, spunta fuori come racconta il Mattino l’ennesima cappella votiva dedicata ad un rapinatore di Rolex, dimostrato pure da un astuccio riportante la marca degli orologi di lusso che è stato posto ai piedi dell’edicola votiva. A spingere lo Stato ad intervenire sono spesso i media coraggiosi dove però emerge anche la minore fattività politica dell’attuale maggioranza partitica regionale e non del Sindaco di Napoli, ex Magistrato. Il cittadino si potrebbe chiedere: ma le Istituzioni a Napoli stanno sempre a guardare e sono costrette a muoversi quando il politico x si muove, anche per accrescere il proprio personale consenso elettorale, indubbiamente. Leggiamo il media del 4/2 c.a.: ”Nonostante la richiesta del Procuratore Generale, del Prefetto, di x ed y e di tante associazioni e cittadini a rimuovere i murale della criminalità, l‘amministrazione cittadina ancora non ha preso una decisione definitiva ed una parte della popolazione continua a difendere e sostenere la celebrazione della criminalità, minacciando anche eventuali rappresaglie. “Quello della celebrazione della criminalità è un fenomeno allarmante e lo stiamo denunciando da tempo. C‘è una parte della popolazione che osteggia le istituzioni e lo Stato ed idolatra criminali e camorristi, c’è una visione assolutamente distorta, capovolta, della realtà. Per invertire questa pericolosa rotta occorre dare un forte messaggio di legalità cominciando a rimuovere tutte le opere, murale, altarini e edicole votive dedicate a criminali, delinquenti e camorristi, come stiamo chiedendo da mesi. Anche il Prefetto ed il Procuratore Generale appoggiano questa scelta, le associazioni anticamorra ed i cittadini perbene vogliono cancellare dalla città i simboli della malavita, eppure l’amministrazione non si decide ad intervenire nonostante ci siamo anche offerti di utilizzare fondi ed energie nostre per rimuovere i murale dedicati ai baby-rapinatori. Cosa si aspetta, che questa mentalità criminale prenda il sopravvento e schiacci completamente la città?”. Sono le parole di un On. consigliere regionale. Per non pochi italiani, ma la cosa non è molto diversa per altri Paesi latini colpiti massicciamente dalla covid19. E poi c’è soprattutto un’Italia che non si rende conto che, quando il Covid sarà finito, noi ci ritroveremo con un debito pari al 160% del prodotto interno lordo. Un rosso spaventoso, quello di un Paese alla vigilia del tracollo. Per concludere e restare nel tema prefissato dal titolo, c’è da sperare nel nuovo Governo presieduto dal liberale M. Draghi perché i partiti hanno capito che è meglio tirarsi un po’ indietro dal loro eccesso di presenza nelle circa 8000 comunità civili o municipi italiani. Hanno anche capito che è meglio collaborare per risolvere alcuni grandi problemi pandemici, economici e sociali dell’ambiente Italia. Certo nessuno è tanto ingenuo spero di pensare che dei partiti si debba fare a meno, ma neanche lasciargli fare quando invadono la società civile con le loro maglie e reti di relazioni non sempre lecite, vedi quelle che stendono sopra non poche Usl, aziende municipalizzate, smaltimento rifiuti, appalti pubblici, degli Enti Locali, ecc.. Il feudo elettorale di Piedimonte Matese è stato decapitato dalla coraggiosa inchiesta di “Assopigliatutto”, ma che pare si stia vanificando o logorando nel tempo. Si ricorda che i tre poteri che ci garantiscono la convivenza civile e democratica sono: legislativo del parlamento, esecutivo del governo e di controllo della magistratura. Quest’ultima è quella che maggiormente è garante dell’imparzialità di tutti a tutela del cittadino non più suddito della malavita organizzata nè di certe forme patologiche dell’invadenza partitica nelle comunità civili. Ad Alife c’era il sottoprefetto Pietro Farina che ci insegna che il Palazzo municipale va sempre controllato dal cittadino e non solo delegare col voto i personaggi.