PIGNATARO MAGGIORE / CALVI RISORTA. Terra dei Fuochi e monitoraggio dei tumori: i dati sono ancora incompleti, mentre la gente continua a morire.
La più grande discarica di rifiuti interrati, pericolosi e nocivi, è stata scoperta proprio qui, in quelle terre una volta fertilissime dell’Agro Caleno.
Inquinamento ambientale nella Regione Campania che ha riempito intere pagine di quotidiani, riviste scientifiche, affollato interi saloni di conferenze ed approfondimenti, ribattezzate terre per anni martoriate, ma che continuaa produrre morti e dolore. La causa sono i tumori, che mietono viettime indiscriminatamente, tra adulti, vecchi ed anche bambini, tra donne ed uomini, tra operai addetti al settore dei rifiuti ma anche professionisti, docenti, impiegati che nulla dovrebbero averci a che fare con il mondo “sommerso” dell’immondizzia. Eppure ad essere inquinati sono gli alimenti, prodotti da terreni una volta feertilissimi, le falde acquifere, che hanno dovuto filtrare di tutto, dal lecito all’illecito, tutta una serie di rifiuti nocivi e pericolosi seminati in anni ed anni di sversamenti incontrollati da personaggi anche vicini alla malavita organizzata. Ed i risultati si sono visti negli anni, e si continuano purtroppo ancora a vedere. L’incidenza di patologie tumorali nella regione Campania è molto alta. Se a questi problemi, poi, aggiungiamo le pecche di un sistema dell’assistenza, specie nella sanità pubblica, inadeguato se raffrontato con la media statistica nazionale e di gran lunga al di sotto degli standard minimi nel Mezzogiorno d’Italia, il quadro (desolante) è presto fatto. Dettagliata relazione è stata scritta dalla commissione Sanità del Senato, presidente Emilia De Biasi (senatrice Pd eletta in Lombardia) che l’ ha appena depositata, scaturita dall’indagine conoscitiva condotta in Campania e, particolarmente, tra le province di Napoli e Caserta, un testo che verrà discusso e approvato la prossima settimana. “Un’indagine che serve a fare chiarezza su un tema spesso conflittuale – ha parlato il senatore Lucio Romano, relatore dello studio, che per quattro anni ha raccolto, analizzato e catalogato una messe impressionante di dati – ma che all’evidenza scientifica dei riscontri ottenuti conferma un trend allarmante: nell’area dei 90 comuni fra Napoli e Caserta ricompresi nel perimetro della cosiddetta Terra dei Fuochi, l’aumento della mortalità complessiva per cause riconducibili a tumori è nettamente più elevato rispetto a tutte le altre regioni del Mezzogiorno”. L’area della Terra dei fuochi è stata così delineata: 90 comuni suddivisi per Registro Tumori (RT)/Asl sono 34 per il RT/Asl Caserta; 35 per il RT/Asl Napoli 3 Sud; 20 per il RT/Asl Napoli 2 Nord; 1 per RT/Asl Napoli 1 Centro. “In provincia di Caserta – si legge nella relazione – i deceduti per tumore, nel triennio 2008/2010, sono stati 6.071: nei maschi 3.660 (60,3%) e nelle femmine 2.411 (39,7%), su un totale di 21.886 decessi per tutte le cause. In provincia di Napoli il tasso complessivo di mortalità oncologica nel confronto con i dati nazionali e del Sud risulta più elevato per tutti i tumori rilevati; in particolare, sulla mortalità pesano i maggiori tassi di incidenza dei tumori del polmone e del fegato, entrambi a cattiva prognosi“. Il maggiore spettro temporale di analisi è garantito all’Asl Napoli 3 Sud che presents una popolazione “a rischio ambientale” di 622mila abitanti (il 52,5% della popolazione totale del Registro e 24,5% dell’intera popolazione inclusa nel perimetro della Terra dei Fuochi). “Va anche ribadito – precisa Romano – che in letteratura scientifica la mortalità è un indice di esito, un fattore cioè determinato da precarietà di accesso alla diagnostica e all’assistenza; inoltre, nel caso della Campania, ci troviamo di fronte a una carenza strutturale negli screening oncologici che pongono la regione agli ultimi livelli in Italia. L’altro elemento di valutazione inserito nel rapporto è l’indice di rischio, vale a dire quei fattori contingenti che incidono direttamente sulle cause di morte: e in questo caso le risultanze relative all’area dell’Asl Napoli 3 Sud (Nola, Acerra, Pomigliano) confermano un’incidenza statisticamente significativa sulla frequenza dei decessi pari a un +46 per cento nei maschi e un +21 per cento nelle femmine”. In provincia di Caserta per i 34 comuni dell’area Terra dei Fuochi è ancora in corso l’analisi dei dati “geo-referenziati” per micro-aree: pertanto, allo stato attuale non è ancora possibile elaborare uno schema attendibile sotto il profilo epidemiologico.