PIGNATARO M. / PIETRAMELARA. Bufera sulla coordinatrice degli Uffici del Giudice di Pace: arriva una interdittiva per un’altra società di famiglia della Farzati.

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Perso il ricorso al Tar Campania per l’annullamento dell’informativa prefettizia antimafia ed un ricorso al Consiglio di Stato chiedendo l’annullamento della decisione del Tar di rigetto dell’istanza cautelare.

Bufera per la coordinatrice dell’Ufficio del Giudice di Pace, Vittoria Farzati: un’altra società della famiglia Iorio-Farzati, “Cales ambiente srl”, infatti, è stata colpita da interdittiva antimafia così come “Casertana recuperi srl”. La prima di queste società aveva beneficiato delle provvidenziali volture delle autorizzazioni relative ai sintomatici settori delle cave e dei rifiuti, dopo che “Casertana recuperi srl” era stata destinataria dell’interdittiva antimafia per passati rapporti societari con Vincenzo Abbate, esponente di spicco della camorra imprenditrice operante nell’orbita del superboss del “clan dei casalesi” Michele Zagaria. La Farzati non si dimette dall’incarico continuando l’esercizio della sua funzione. Entrambe le società hanno sede a Calvi Risorta e l’ amministratore unico di “Cales ambiente srl” è Maria Giuseppa Iorio, figlia prprio della Farzati e dell’imprenditore Nicolino Iorio. L’interdittiva antimafia contro “Cales ambiente srl” è del gennaio 2014, mentre nel febbraio 2014 la Farzati, il marito Iorio e la figlia Maria Giuseppa si recano nello studio del notaio Alberto Criscuolo, in Pietramelara, per firmare in sua presenza un atto di vendita delle quote di “Cales ambiente srl”, in modo che da quel momento in poi risultino proprietari della società per il 70 per cento Maria Giuseppa Iorio e per il 30 per cento Nicolino Iorio, non più la Farzati. Avuta notizia dell’interdittiva, la “Cales ambiente srl” e l’amministratore unico Maria Giuseppa Iorio presentano ricorso al Tar della Campania di Napoli per l’annullamento dell’informativa prefettizia antimafia, chiedendo anche un provvedimento urgente per sospenderne l’efficacia; ma con ordinanza il Tribunale amministrativo regionale ha respinto l’istanza cautelare. Allora “Cales ambiente srl” e Maria Giuseppa Iorio hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato chiedendo l’annullamento della decisione del Tar di rigetto dell’istanza cautelare, ma  arrivata un’altra sconfitta.

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