Pino Daniele, un’ostruzione al bypass: così è morto il blusman napoletano. Forse poteva essere salvato accettando i soccorsi dell’ambulanza che stava per arrivare dall’Ospedale di Grosseto.
L’esame del cuore, a un mese dalla cremazione, avrebbe fatto emergere il dettaglio cruciale dell’occlusione (nella foto, Pino Daniele nell’ultimo spettacolo al Palamaggio di Castel Morrone).
Un’ostruzione al bypass: la scoperta al cuore di Pino Daniele. Con un soccorso più veloce, forse, il grande bluesman napoletano poteva salvarsi. La procura di Roma, che sulla morte del cantante ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, sta ora vagliando i primi elementi emersi dell’autopsia, in attesa dei risultati definitivi attesi per marzo. L’esame del cuore, a un mese dalla cremazione, avrebbe fatto emergere il dettaglio cruciale dell’occlusione. Ora spetterà ai periti nominati dalla procura, Giorgio Bolino, Vittorio Fineschi e Giuseppe Ambrosio, accertare la causa e la tempistica della morte.L’interrogativo è sempre lo stesso: i cinquanta minuti necessari per accompagnare Pino Daniele dalla casa in Maremma fino all’ospedale Sant’Eugenio a Roma, con Amanda Bonini, compagna del cantante al volante a tutta velocità, sono stati fatali, come sembrerebbe dalle prime indiscrezioni? Sarebbe stato meglio affidarsi all’ambulanza in arrivo da Grosseto e rispedita indietro, pare, su disposizione proprio di Pino Daniele, deciso a farsi visitare dal proprio medico di fiducia? Due mail intanto confermerebbero che l’infarto fatale sarebbe stato annunciato da alcuni sintomi sottovalutati. I carabinieri hanno anche acquisito il cellulare e il tablet del bluesman, gli investigatori delegati alle indagini riscotruiranno gli ultimi contatti.