Pozzilli. Neuromed, in attesa del vaccino covid ecco la terapia: studio condotto su 3.452 malati.
Si sta dimostrando come l’idrossiclorochina possa ridurre del 30% circa il rischio di morte nelle persone contagiate.
3.452 persone affetti da Covid e ricoverati in 33 ospedali in tutt’Italia sono presi a base di un accurato studio coordinato dalla struttura sanitaria Neuromed: si sta dimostrando come l’idrossiclorochina possa ridurre del 30% circa il rischio di morte nelle persone contagiate. L’indagine ha visto la collaborazione tra la clinica molisana, il nosocomio San Matteo di Pavia, lo Spallanzani di Roma, il Careggi di Firenze, il Gemelli di Roma, altri centri Covid della Campania fra cui il Cotugno e Boscotrecase, l’ospedale del Mare, il Policlinico Giaccone di Palermo. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica European Journal of Internal Medicine, è stata coordinata dal dipartimento di Epidemiologia di Pozzilli, in collaborazione con Mediterranea Cardiocentro di Napoli e Università di Pisa. I ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 3.451 pazienti ricoverati: sono stati presi in esame numerosi parametri, tra i quali le patologie pregresse, le terapie che seguivano prima di essere colpiti dall’infezione e le terapie intraprese in ospedale specificamente per il trattamento del Covid-19. “I pazienti ai quali è stata somministrata idrossiclorochina hanno avuto un tasso di mortalità intraospedaliera inferiore del 30% rispetto a quelli che non avevano ricevuto questo trattamento, naturalmente a parità delle altre condizioni valutate – ha parlato Augusto Di Castelnuovo, epidemiologo del Neuromed e attualmente presso Mediterranea Cardiocentro di Napoli. I nostri dati sono stati sottoposti ad analisi statistiche estremamente rigorose, che hanno tenuto conto di tutte le variabili e tutti i possibili fattori di confondimento che potessero entrare in gioco e hanno valutato il ruolo di questo farmaco in svariati sottogruppi di pazienti. Il risultato favorevole all’uso dell’idrossiclorochina si è mantenuto invariato, rivelandosi particolarmente efficace nei pazienti che, al ricovero, mostravano uno stato infiammatorio più evidente. In attesa di un vaccino, identificare terapie efficaci contro il Covid rappresenta una priorità assoluta – aggiunge il direttore del dipartimento di Epidemiologia del Neuromed Licia Iacoviello – e siamo convinti che questa ricerca darà un contributo importante al dibattito internazionale sul ruolo dell’idrossiclorochina nella terapia dei pazienti ospedalizzati per coronavirus. Ulteriori studi osservazionali e trial clinici attualmente in corso permetteranno di valutare con precisione il ruolo del farmaco e le modalità di somministrazione più adeguate. Ma i dati della collaborazione Corist sostengono l’utilizzo nei pazienti Covid-19 dell’idrossiclorochina alle dosi usate in Italia (200 mg, due volte al giorno), più basse di quelle usate in studi effettuati in altri Paesi e che non hanno osservato un’efficacia del farmaco”.