RIARDO. Chiusura Villa comunale, da sito di abbandono ora riqualificata è messa in sicurezza.

Il chiosco, realizzato da oltre 10 anni, non risultava censiti al catasto: nel 2010 il Comune ha sottoscritto un contratto col quale si è dato in concessione un bene comunale senza che lo stesso fosse accatastato.
Visto che sulla “chiusura” della villa comunale retrostante Piazza Falcone e Borsellino ed intitolata a “Palumbo Silvano” sono state fatte molte speculazioni, spesso generate ed alimentate ad arte da qualcuno, che “fingendo di non sapere”, ha favoleggiato sulle ragioni per le quali non veniva assegnata in concessione tale area, formulando fantasiosi interrogativi, come ad esempio: che in considerazione del tempo che stava trascorrendo per l’accatastamento si sarebbe, con minor tempo, accatastato qualche piramide; oppure che non vi era interesse ad aprire la villa perché in quello che veniva definito “palazzo del potere” non ci sarebbe accordo sul soggetto al quale affidare la villa. Come al solito fantasie e chiacchiere da bar !.
La verità documentata e documentabile in ogni suo aspetto è la seguente.
La “villa comunale” è stata ereditata in totale degrado ed abbandono, tant’è che era divenuta ricettacolo per arbitrario ed illecito sversamento di rifiuti e luogo di ritrovo per consumo sostanze stupefacenti. Grazie ai lavori (terminati a fine 2019) di riqualificazione è stata messa in sicurezza e doveva essere oggetto di gara pubblica per l’assegnazione in concessione, ma in considerazione della circostanza che dal marzo 2020, con la dichiarazione di Pandemia dovuta al covid-19, tutte le attività sono state sospese per evitare il rischio contagio, non si è ritenuto di procedere all’assegnazione, anche perché chi sarebbe risultato assegnatario avrebbe dovuto pagare il canone senza poter utilizzare la struttura.
Quando nella scorsa primavera sono iniziate le riaperture delle attività commerciali si è ritenuto di bandire la gara per l’assegnazione della villa comunale, ma si è “scoperto” che il chiosco, realizzato da oltre 10 anni, non risultava censiti al catasto, come pure la struttura laterale in legno. Tradotto significa che nel 2010 il Comune ha sottoscritto un contratto (che è scaduto nel 2016) con il quale si è dato in concessione un bene comunale senza che lo stesso fosse accatastato. Giova precisare che l’accatastamento è presupposto essenziale per l’agibilità, in assenza del quale nessun bene può essere dato in concessione e/o locazione. Attivata la procedura per accatastare la struttura si è fatto un’altra “scoperta”, l’Ufficio postale risulta accatastato non nel punto ove si trova, bensì su una porzione di Piazza Falcone e Borsellino.
Questi innegabili fatti smentiscono ogni illazione e rendono giustizia alla verità.
Dinanzi a questi documentati fatti appare di tutta evidenza la superficialità di precedenti Amministratori per non aver vigilato sul frazionamento di Ente PosteItaliane, che ha accatastato l’immobile in maniera errata e per aver sottoscritto il contratto di locazione del chiosco (ed aree esterne) con una impresa commerciale senza che il bene fosse accatastato. Naturalmente questa Amministrazione ha dovuto provvedere a fare ciò che doveva essere fatto oltre 10 anni fa. Oggi, con soddisfazione si informano i Cittadini che lo scorso 11 agosto, sono stati acquisiti gli atti di accatastamento del chiosco e del manufatto laterale in legno (prot. 4999/2021), quindi a breve verrà pubblicato il bando per l’assegnazione della “villa comunale Palumbo Silvano”. Tutti coloro che hanno i requisiti previsti dal bando potranno liberamente e legittimamente presentare la domanda di partecipazione. Questa trasparente procedura renderà giustizia anche in ordine alla farneticamente illazione/accusa che la villa non viene assegnata perché nel “palazzo del potere” non ci sarebbe accordo sul beneficiario dell’assegnazione.