SAN GREGORIO MATESE. La psicologa e psicoterapeuta Filomena Caso da 10 anni nelle Comunità Terapeutiche per tossicodipendenti: “risorsa fondamentale per coloro che intendono redimersi dalle droghe”.

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La specialista di San Gregorio Matese, Filomena Caso, psicologa e psicoterapeuta, lavora da un decennio in una Comunità Terapeutica per Tossicodipendenti. Racconta la sua vita, la sua professione, i suoi incontri, le sue emozioni.

“Lavoro da circa dieci anni nell’ambito delle Comunità Terapeutiche e in particolare in quelle per tossicodipendenti. Esse rappresentano una risorsa fondamentale per tutti coloro che seriamente e responsabilmente intendono redimersi dal mondo delle droghe e da tutte le attività illecite che ruotano attorno ad esse. La comunità terapeutica è formata da un insieme di persone che scelgono spontaneamente o non spontaneamente di trascorrere un certo periodo della propria vita, che in genera dura da uno a cinque anni, con altre persone, condividendone esperienze e motivazioni. Uno degli obiettivi più importanti delle CT è la cooperazione e la condivisione; all’interno della CT ognuno deve svolgere i propri compiti (chi pulisce, chi cucina, chi si occupa del giardino, dell’orto, degli animali ecc.) e ognuno deve condividere le attività terapeutiche con gli altri membri della comunità: come la psicoterapia individuale e di gruppo; essa rappresenta il perno intorno al quale ciascun membro del gruppo rielabora i propri vissuti e le proprie esperienze, attraverso la capacità di sapersi mettere in discussione nei confronti di se stesso e degli altri, arrivando ad un livello di maturità e di responsabilità che permette all’individuo di confrontarsi nuovamente con quella realtà che fino ad allora aveva tenuto lontano da sé, curando se stesso all’interno del contesto protetto della Comunità. I programmi terapeutici sono molto diversi, alcuni più rigidi altri molto meno, ma tutti si basano sul concetto del “rispetto delle regole”; l’utenza infatti, è fatta di persone che hanno sempre vissuto una vita senza confini, senza regole, senza limitazioni, sentendosi esseri “liberi”, è molto importante quindi aiutarli a comprendere attraverso le regole che tutto va conquistato, in particolare, il rispetto per se stesso e per gli altri. Il gruppo è senza dubbio il cardine che può aiutare e favorire questo processo di cambiamento, in che modo? Aiutando il nuovo arrivato per esempio a comportarsi in conformità alle norme della comunità, attraverso un comportamento che non è mai giudicante nei confronti dell’altro, al fine di favorire la fiducia nel gruppo, e quindi la possibilità di parlare apertamente dei propri problemi e delle proprie angosce, lasciandosi così coinvolgere come membro attivo della comunità. L’obiettivo, alla fine del percorso terapeutico, sarà quello di aiutare il soggetto ad acquisire e disporre di risorse che gli permetteranno di gestire la propria vita in maniera diversa, la persona dovrà infatti essere capace di mettersi in contatto con la parte più intima di se stesso, per imparare a sapersi ascoltare ed esprimere le proprie emozioni, sapersi prendere cura degli altri, avere sentimenti positivi e propositivi nei confronti di se stesso e della propria vita, raggiungere un livello di maturità e di responsabilità che consentirà alla persona di riorganizzare tutta la propria vita su basi completamente diverse rispetto al passato. Purtroppo, bisogna anche aggiungere, che la CT “funziona”, nella misura in cui il soggetto è fortemente motivato a realizzare un concreto processo di cambiamento”.

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  1. Marzo 12, 07:31 Anonimo

    una nostra compaesana bella e brava

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