SAN POTITO SANNITICO. Un’analisi sui catasti della città dopo l’Antico Regime, presentato il testo “S. Potito Sannitico tra riformismo borbonico e decennio francese: due catasti a confronto”.
Preziosi sono stati poi gli interventi degli storici Felicio Corvese del Centro Studi “F.Daniele” – I.C.S.R.; Giovanni Cerchia, Università del Molise e Marco de Angelis del Centro Studi “F.Daniele” e Università di Cassino.
di Adele Consola
Con grande riconoscenza la comunità di San Potito Sannitico ha accolto gli autori del testo “San Potito Sannitico tra riformismo borbonico e decennio francese – due catasti a confronto”. La scorsa settimana, infatti, presso la sede del Parco Regionale del Matese di San Potito Sannitico. Un evento organizzato dal Comune di San Potito sannitico in collaborazione con il Centro Studi Francesco Daniele. Un censimento di beni immobili costituì un passo importante per il meridione d’Italia, “non solo ai fini della costruzione di un’amministrazione statale più efficiente e moderna, ma anche riguardo al decisivo progresso che essa rappresentò sul piano del riconoscimento legale dei diritti di proprietà…”. Questo si legge dal testo che i due autori casertani, Nicola Santacroce e Luigi Russo, rispettivamente di Caiazzo e San Prisco, hanno costruito su un’accurata indagine conoscitiva legata ai catasti di san Potito Sannitico, nella fase di superamento dell’Ancien régime. “Lo studio condotto da Santacroce – scrive il sindaco Francesco Imperadore nella prefazione al testo – ci fa comprendere che, nel 1754, la redazione del Catasto Onciario è stata l’occasione per la determinazione della completa autonomia amministrativa di S. Potito da Piedimonte”. Preziosi sono stati poi gli interventi degli storici Felicio Corvese del Centro Studi “F.Daniele” – I.C.S.R.; Giovanni Cerchia, Università del Molise e Marco de Angelis del Centro Studi “F.Daniele” e Università di Cassino.