San Salvatore Telesino. Morte per annegamento della piccola rumena Maria di 9 anni: arriva dopo due anni il decreto di perquisizione dei dati informatici del suo connazionale Daniel.
La famiglia della vittima è assistita dall’avvocato Fabrizio Gallo, unitamente alla famosa criminologa Roberta Bruzzone.
Morte della piccola rumena Maria di soli 9 anni, trovata annegata nella piscina di un resort a San Salvatore Telesino: notificato al 23enne rumeno Daniel Ciocan, suo connazionale ed uno degli indagati, un decreto di perquisizione e sequestro telematico dei suoi dati informatici. I fatti della morte risalgono al giugno del 2016 e Daniel è accusato di violenza sessuale ed omicidio: un’ipotesi di reato contestata in concorso alla sorella Cristina, 32 anni. Una vicenda che ancora non trova dunque una soluzione, ed un colpevole, con le richieste di arresto avanzate dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo e dal sostituto Maria Scamarcio ma sempre respinte prima dal gip Flavio Cusani (in due occasioni), poi dal Riesame e, infine, dalla Cassazione. Secondo gli inquirenti, la piccola rumena Maria è stata uccisa per timore che raccontasse gli abusi che avrebbe subito dal suo connazionale Daniel. Ma questa ipotesi è stata sempre contestata dalla difesa che, supportata anche dalle argomentazioni della criminologa Ursula Franco e del medico legale Fernando Panarese, ha sempre sostenuto che la piccola non sia stata spinta ma sia finita accidentalmente nell’acqua. La famiglia della vittima è assistita dall’avvocato Fabrizio Gallo, unitamente alla famosa criminologa Roberta Bruzzone.