Scuola. Riammessi alla frequentazione dei Percorsi Abilitanti Speciali (P.A.S.) indetti dal Ministero dell’Istruzione con D.D.G. n. 58/2013 oltre 70 aspiranti docenti della provincia di Caserta.

docenti precari

“Le pronunce del Giudice di Appello confermano la fondatezza delle censure avverso la scelta ingiusta del MIUR di imporre per i nuovi corsi abilitanti requisiti di accesso più restrittivi rispetto al passato, tenuto conto che per le abilitazioni riservate la normativa ha sempre ritenuto sufficiente 360 giorni di insegnamento, complessivamente maturato”.

Nella tarda serata di ieri agli aspiranti docenti è arrivata la notizia tanto attesa e sperata: “siete stati tutti ammessi alla frequentazione dei corsi abilitanti”. La Sesta Sezione del Consiglio di Stato, in Sede Giurisdizionale, ha accolto i ricorsi in appello presentati dall’avv. Antonio Rosario DE CRESCENZO nell’interesse di oltre ottanta aspiranti docenti della provincia di Caserta risultati privi dei ristrettissimi requisiti di accesso previsti dal bando del concorso indetto dal Ministero dell’Istruzione con D.D.G. n. 58/2013 (Ordinanze nn. 1960/2014; 1961/2014; 1962/2014; 1963/2014). Il Supremo consesso della Giustizia amministrativa, infatti, accogliendo in pieno la tesi difensiva proposta dall’avvocato casertano, ha riformato ben quattro ordinanze cautelari con le quali il T.A.R. del Lazio aveva inizialmente deciso di escludere i ricorrenti dalla frequentazione (ancorché con riserva) ai corsi abilitanti, facendo rilevare che: “Considerato che le questioni relative alla legittimità dell’impugnato decreto direttoriale del 25 luglio 2013 e degli atti presupposti (con particolare riguardo all’imposizione di requisiti di accesso ai corsi P.A.S. più stringenti rispetto al passato) devono essere più adeguatamente valutate in sede di merito; Considerato che, conformemente ad alcune recenti pronunce cautelari della Sezione, nella comparazione dei contrapposti interessi, propria di questa fase cautelare, appare prevalente l’interesse degli appellanti alla frequentazione dei corsi abilitanti per cui è giudizio, non risultando tale soluzione interinale, assunta in attesa della definizione del merito, di pregiudizio per le ragioni dell’amministrazione scolastica…”. Secondo l’Avvocato de Crescenzo: “Le pronunce del Giudice di Appello confermano sostanzialmente la fondatezza delle censure svolte con i ricorsi introduttivi avverso la scelta (ingiusta) del MIUR di imporre per i nuovi corsi abilitanti requisiti di accesso più restrittivi rispetto al passato, tenuto conto che per le abilitazioni riservate la normativa vigente ha sempre ritenuto sufficiente il requisito di servizio pari a 360 giorni di insegnamento, complessivamente maturato”. Spetterà dunque nuovamente al Tar del Lazio, presso il quale pendono i vari giudizi di merito, la decisione definitiva sulle sorti dei tanti docenti precari della scuola che oggi chiedono di abilitarsi, che dovrà essere assunta sulla base di una valutazione “più approfondita ed attenta”, degli interessi in gioco, secondo l’indirizzo espresso dal Giudice di Appello.

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