SPARANISE / CAIAZZO / CARINOLA. Caso caseificio Cantile, tutte rinviati a giudizio le persone indagate: latte di bufala mischiato col latte vaccino ed anche di provenienza estera.

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Il caseificio acquistava anche dall’estero di partite di latte, sovente di qualità scadente, Coinvolte anche società di comodo, in particolare la Planet Group s.r.l., che acquistava latte e cagliata dalla Francia, dalla Polonia e perfino dall’Ungheria, ma facevando risultare alla di provenienza italiana.

Associazione a delinquere, rivelazione di segreto d’ufficio continuato, frode nell’esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine, vendita di prodotti industriali con segni mendaci, commercio di sostante nocive, falso ideologico, rimozione e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, lesioni colpose conseguenti a infortuni sul lavoro, violazione di sigilli e smaltimento illecito di rifiuti: con questi reati il Giudice per le udienze preliminari ha rinviato tutti a giudizio gli indagati dell’inchiesta sul caseificio Cantile di Sparanise: coinvolti Guido Cantile, residente a Caserta; Luigiantonio Cantile, residente a Caserta; Pasquale Cantile, residente a Caserta; Assunta di Caprio, residente a Carinola; Agostino Verde, residente ad Aversa, Luigi Cammisa, residente ad Aversa; Antonio Di Feo, residente a Guardia Lombardi (Av); Giuseppina Genovese, residente ad Agropoli; Luigi Bacco, residente ad Agropoli, Ileana Micillo, residente a Sparanise, Paola Mormile di Casal di Principe, Amedeo Fasulo di Caiazzo. L’attività d’indagine ha disvelato l’esistenza di un’associazione per delinquere al cui vertice vi erano Guido Cantile della società “Cantile s.r.l.”, uno dei più importanti caseifici produttori di mozzarella di bufala campana DOP del casertano, e i suoi due figli Pasquale e Luigiantonio Cantile, con la complicità di alcuni dipendenti, collaboratori dell’azienda e pure veterinari dell’Asl. Sono state accertate adulterazioni alimentari nel ciclo produttivo, dopo i prelievi effettuati dalla polizia giudiziaria sui loro prodotti messi in vendita col marchio DOP: il latte di bufala veniva spesso mischiato col latte vaccino, quindi frodato il consumatore finale. Non solo, ma il caseificio acquistava anche dall’estero di partite di latte, sovente di qualità scadente, Coinvolte anche società di comodo, in particolare la Planet Group S.r.l., che acquistava latte e cagliata dalla Francia, dalla Polonia e perfino dall’Ungheria, ma facevando risultare alla di provenienza italiana.

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